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Coronavirus, braccio di ferro Ceriscioli-Conte

Mentre viene depositata l'impugnativa al Tar dell'ordinanza regionale, la decisione potrebbe arrivare a ridosso del termine del provvedimento. Intanto le scuole restano chiuse e il governo vara misure a sostegno dell'economia

Dispositivi di protezione individuale (dpi): mascherine e guanti contro il coronavirus
Dispositivi di protezione individuale (dpi): mascherine e guanti contro il coronavirus

ANCONA – Prosegue lo scontro istituzionale tra il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Al centro della diatriba c’è l’ordinanza regionale siglata martedì sera (25 febbraio) dal governatore per la sospensione delle attività scolastiche e delle manifestazioni di pubblico spettacolo fino al 4 marzo. Un provvedimento che Conte aveva stoppato già da lunedì 24 febbraio con una telefonata durante la conferenza stampa di presentazione delle misure previste dall’ordinanza, nell’attesa del coordinamento Stato-Regioni previsto per il giorno successivo. Il provvedimento di chiusura delle scuole adottato da Ceriscioli nonostante il veto del premier per limitare la diffusione del contagio ha suscitato le ire di Conte che ieri in una intervista rilasciata a L’Aria che tira su La7 si è detto sorpreso «che dopo che tutti avevano concordato sul protocollo suggerito, nel pomeriggio (25 febbraio, ndr) le Marche abbiano realizzato uno scarto, una deviazione». Conte si era espresso contrario alle iniziative non concertate «questo non va bene perché se ognuno assume iniziative per conto suo si crea una confusione generale del Paese, difficile da gestire. Disporre la chiusura delle scuole poi crea problemi per i genitori. Ha solo effetti negativi e non positivi».

Secondo Ceriscioli però «se il governo dice che va bene in Liguria e Friuli esattamente quello che abbiamo fatto noi qua nelle Marche, perché là va bene e qua no. Il governo lo spiegherà davanti a un giudice». Insomma Ceriscioli tiene il punto e va avanti spiegando che l’ordinanza «è valida» e che l’impugnativa eventualmente avrà effetti più avanti. Quindi le scuole restano chiuse.

Scuole chiuse

Intanto oggi il governo presenterà al Tar del Lazio l’impugnativa dell’ordinanza varata dalla Regione Marche che potrebbe essere esaminata anche rapidamente, anche se la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale potrebbe a questo punto arrivare alla fine del periodo di sospensiva delle scuole fissato al 4 marzo.

Intanto nelle Marche i casi sono saliti a 3, anche se due sono ancora in attesa di conferma dallo Spallanzani di Roma.
L’emergenza Coronavirus però sta già manifestando i suoi effetti negativi, legati principalmente alla psicosi con ripercussioni a livello economico che potrebbero assumere anche effetti pesanti. Per questo il governo ha varato un pacchetto di provvedimenti legati alle zone rosse e a sostegno delle aziende che hanno lavorato nelle zone rosse e che stanno subendo danni economici per via della diffusione del Coronavirus.

«Stiamo cooperando per adottare provvedimenti a favore delle imprese – spiega la parlamentare marchigiana del Movimento 5 Stelle Patrizia Terzoni vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera -. È il caso dello stanziamento di ulteriori 350 milioni di euro per il supporto all’export delle aziende italiane, che si aggiungono ai 300 milioni già assegnati. Io stessa ho proposto un Ordine del Giorno affinché siano previste le tutele della casa integrazione per tutti i lavoratori coinvolti in situazioni aziendali di crisi che siano frutto dei problemi connessi alla diffusione del Coronavirus».

«Questi ulteriori 350 milioni a favore delle imprese italiane vanno a rafforzare il fondo sull’export di Sace-Simest, per tutelare tutti i settori che vedono nelle esportazioni una loro priorità strategica». Intanto in via di definizione ci sono ulteriori interventi, tra i previsti l’accesso facilitato al fondo garanzia piccole e medie imprese, la sospensione dei pagamenti su energia elettrica e forniture gas, contributi per la ripresa delle attività in caso di accertato danno e sostegno anche alle imprese che hanno subito danni indiretti.

Al vaglio spiega la parlamentare anche «soluzioni per sostenere i settori produttivi maggiormente colpiti, come quello turistico o la grande distribuzione, e misure per incentivare il telelavoro».

Il parlamentare marchigiano del Pd Mario Morgoni  sottolinea che è «giusto l’atteggiamento del governo che vara misure incisive per le aree più direttamente colpite. Il governo fa bene a concentrasi sul cratere, intervenendo non solo sul pagamento delle bollette e delle tasse, ma anche sul sostegno a una economia fortemente compromessa. Credo sia necessario ponderare gli interventi a carattere generale per dare sostengo ad una economia che rischia di fare sottozero». Insomma per Morgoni non si possono adottare provvedimenti «con la febbre dell’emergenza, serve invece riflettere e fare due passaggi: uno specifico e l’altro molto più impegnativo per evitare che il Paese vada in recessione e per dare impulso ad una economia che non cresce».

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