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Cordoglio nel giornalismo per la morte di Emma Ratti, gli ex colleghi: «Punto di riferimento indispensabile»

A ricordare la giornalista deceduta ieri all'età di 72 anni nel quartiere Archi ad Ancona, sono i colleghi dell'ufficio stampa della Regione Marche. Fu infatti portavoce dell'ex governatore Spacca

La giornalista Emma Ratti

ANCONA – «Per alcuni sei stata una maestra, per altri un’amica, per altri solo collega ma in ogni caso sempre e comunque un punto di riferimento inevitabile e spesso indispensabile». I colleghi dell’ufficio stampa della Regione Marche ricordano così Emma Ratti, la giornalista di 72 anni morta ieri – 20 gennaio – ad Ancona in via Marconi, nel quartiere Archi dove viveva.

In pensione da 10 anni, era stata per anni portavoce dell’ex governatore Gian Mario Spacca. Ratti era stata sposata con lo scrittore Mariano Guzzini, ex presidente e assessore alla Cultura della provincia di Ancona ed ex presidente del Parco del Conero. È cordoglio nel mondo del giornalismo marchigiano.

«Mai avremmo voluto scrivere righe in tua memoria Emma, né condividere sentimenti di sconforto e incredulità come quelli che stiamo provando» aggiungono gli ex colleghi della Regione, che la ricordano come un punto di riferimento, nella «certezza di trovare sempre passione per il confronto, per il dialogo, l’impegno sincero nel prospettare soluzioni ai problemi, la capacità di saper prendere il meglio dagli altri».

Emma Ratti nel suo ufficio in Regione

«Memorabili – ricordano – le tue prese di posizione, la determinazione forte che lasciava spazio talvolta alla fragilità, ma mai come elemento di debolezza, anzi di umanità praticata e condivisa. Hai affrontato molte sfide come nel tuo carattere di combattente, con intraprendenza, con la voglia sempre di rinnovarti e ricostruire da dove eri rimasta e sei sempre stata per noi esempio di coraggio e di forza di volontà. Siamo impietriti di dolore, indimenticabile Emma».

L’ex presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, la ricorda in un post sulla pagina Facebook: «Emma ha deciso che in questa esistenza non ci fosse più nulla che la sua innata curiosità potesse sperimentare – scrive l’ex governatore -. Così se ne è andata, come ha fatto tante volte nella sua vita, come quando si ritirò per alcuni mesi in un isola tra Francia e Inghilterra, sulla Manica, lasciandomi senza “voce”».

Spacca la ricorda come una persona «mai conformista, banale e stereotipata. Non esistevano standard, prototipi o rigidità. Solo creatività, fantasia e ironia. Luci da sperimentare, mai ombre in cui incupirsi. Un mondo forse troppo diverso dall’attuale realtà. Ci siamo lasciati a Capodanno con un grande abbraccio. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato l’ultimo in questa vita».

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