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Contratti collettivi integrativi: l’Intersindacale ricorre al Giudice del Lavoro contro Asur e Aree Vaste

Al centro del braccio di ferro che va avanti da mesi, la vertenza per i dati sulla costruzione dei fondi contrattuali relativi al periodo 2010-2019  con i residui economici utilizzati e quelli ancora da distribuire ai medici

ANCONA – Si inasprisce il braccio di ferro fra Asur Marche e l’Intersindacale, costituita da Fvm, Cimo, Cgil, Cisl, Uil, Fassid, Fessmed, e Anpo, sigle che si sono unite per dare maggior forza alle loro richieste. Al centro dello scontro che va avanti ormai da mesi c’è la vertenza pluriennale per il rinnovo dei contratti collettivi integrativi. I sindacati lamentano di aver chiesto già da tempo all’Asur Marche i dati sulla costruzione dei fondi contrattuali relativi al periodo dal 2010 al 2019 con i residui economici utilizzati e quelli ancora da distribuire.

ma non avendoli ancora mai ricevuti è arrivata nei giorni scorsi la decisione di ricorre al Giudice del Lavoro contro l’Asur Marche e le Aree Vaste presenti sul territorio regionale «per condotta antisindacale» spiega Alessandra Moraca, vice presidente Fvm (Federazione Veterinari Medici) Marche.

A far traboccare un vaso ormai colmo il fatto che «in piena crisi Covid-19, il 6 marzo scorso l’Asur invitava i sindacati a sottoscrivere i contratti integrativi, rivelando, senza averne mai prima fatto cenno, che vi sono ben 26,5 milioni circa da distribuire – si legge nella nota stampa dell’Intersindacale -. Senza alcuna spiegazione di come questa cifra era  stata calcolata, ma chiedendo ai sindacati di fare una specie di “atto di fede” sulla veridicità del suo ammontare, peraltro approssimativo, tralasciando, nel presunto calcolo, di considerare ben quattro anni, dal 2010 al 2014».

I sindacati però non ci stanno e ipotizzano che «la somma possa essere diversa da quanto dichiarato e probabilmente superiore» lamentando che in questo caso «verrebbero sottratte quote di risorse contrattuali dovute a dirigenti  medici, veterinari e sanitari». Insomma per l’Intersindacale un accordo impossibile da sottoscrivere, quello proposto dall’Asur, tanto più che avevano già inoltrato la loro proposta all’Asur. Una proposta che si basava sull’impegno da parte dell’Asur e delle Aree Vaste di siglare un “Preambolo”, ovvero un documento  che avrebbe permesso alle organizzazioni e al raggruppamento sindacale di sottoscrivere il Contratto Collettivo Integrativo Aziendale 2018 e 2019. Nell’attesa di ricevere tutta la documentazione dal 2010 ad oggi, l’intesa avrebbe permesso di conferire gli incarichi ai dirigenti che attendono dal 2010 e di avviare un tavolo tecnico per definire gli importi arretrati.

Un documento che ha fatto storcere il naso all’Asur che il 1 aprile scorso con una nota della direttrice generale Nadia Storti ha fatto sapere che «valutata la rappresentatività o meno delle adesioni pervenute e, ove del caso,  procederà ad una sottoscrizione unilaterale provvisoria dei Contratti»

«L’Asur ha preferito perseguire un percorso fumoso» vanno all’attacco i sindacati che battezzano come «specchietto per le allodole» i 26,5 milioni proposti.  «Se non vi è un impegno scritto da parte dell’Asur – concludono – non sarà  possibile sottoscrivere i contratti integrativi».

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