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Conto più salato al ristorante e al bar, Federconsumatori: «Bisogna incentivare le famiglie ad uscire»

L'associazione interviene sui rincari registrati nella fase due, con la riapertura delle attività. Una situazione denunciata anche dai consumatori, disincentivati a concedersi caffè e cornetto al bar o una cena fuori

ANCONA – Conto più salato al ristorante e al bar. Con l’avvio della fase due e la riapertura dei negozi, fra i tavoli e al bancone del bar i consumatori hanno trovato una sorpresa poco gradita, quella dei rincari. È arrivata infatti, anche se non in tutti i locali, la temuta ondata di aumenti che si era era già palesata sul carrello della spesa nel bel mezzo dell’emergenza coronavirus.

Ora a crescere invece sono caffè e brioche, cocktail, aperitivi consumati ai tavoli del bar, così come la pizza o un pasto mangiato seduti al ristorante. «I prezzi hanno subito ritocchi del tenore di qualche euro per quanto riguarda i ristoranti – evidenzia Patrizia Massaccesi, presidente di Federconsumatori Marche – e di qualche centesimo al bar, aumenti che pesano sulle tasche dei consumatori, specie delle famiglie». Aumenti che rischiano di diventare una vera e propria stangata per i nuclei più numerosi.

Una situazione denunciata anche dagli stessi consumatori che si trovano a pagare di più rispetto al periodo pre-quarantena. «Qualche bar ha aumentato il prezzo del caffè portandolo ad 1,10 euro, anche se devo dire che i rincari maggiori li vedo al supermercato e alla pompa delle benzina, dove il prezzo del greggio ha ripreso nuovamente a salire» dichiara Barbara Bellelli, 50 anni, di San Biagio di Osimo.

«Ho notato dei piccoli aumenti in pizzeria, ma anche al ristorante, si tratta per lo più di incrementi di qualche euro che però in una famiglia come la mia, con due figli a carico, non incentivano di certo ad andare a mangiare fuori» commenta Valentina, 36 anni, di Ancona.

«Oggi sono andato al bar a prendere un ginseng e me lo hanno fatto pagare una trentina di centesimi in più rispetto a prima dell’epidemia – spiega Federico Oste, 48 anni, di Loreto -, idem al ristorante dove una porzione abbondante di verdura me l’hanno fatta pagare doppia». Quando non sono plateali, si tratta di aumenti a volte “nascosti” in porzioni più ridotte rispetto al passato che però agli habitué della cena fuori non sono di certo passati inosservati.

cartello in un bar del centro storico
Cartello in un bar del centro storico di Ancona

«Quando sono tornato nel mio ristorante preferito nel prendere la solita grigliata di carne ho notato che la porzione si è ridotta, mentre il prezzo è rimasto invariato» dichiara Fabrizio, 40 anni, di Ancona, «dopo mesi che ero chiuso in casa non vedevo l’ora di tornare a cena fuori, ma non pensavo di trovare una sorpresa amara. Ci sono rimasto male perché sono cliente da anni e anche se capisco che hanno le loro spese legate alle sanificazioni e alla messa a norma, non vedo perché debbano ricadere sulle tasche dei clienti. Penso che prima di tornare passerà un po’ di tempo».

Incrementi che alla fine finiscono per scoraggiare le persone ad andare al ristorante o a concedersi la colazione al bar come facevano prima dell’epidemia. Senza dimenticare che alcune persone hanno perso il lavoro e altri ancora sono in cassa integrazione a stipendio ridotto. Insomma, un quadro poco roseo sul quale si inserisce anche il timore di essere contagiati.

«Non è un buon momento per aumentare i prezzi – spiega la presidente regionale Federconsumatori -, anche perché rispetto al periodo precedente al Covid l’abitudine degli italiani è cambiata e dopo essere rimasti in casa per oltre due mesi non fanno più fatica rinunciare alla colazione al bar o alla cena al ristorante».

Secondo Patrizia Massaccesi i titolari dei locali dovrebbero piuttosto «andare incontro alle famiglie e incentivarle ad uscire, a tornare nei ristoranti e al bar, altrimenti la ripresa non ci sarà mai. Questi rincari sono inopportuni e controproducenti per le stesse attività».

Oltretutto osserva «si tratta di ritocchi ai prezzi ingiustificati dal momento che la qualità è sempre la stessa». La presidente di Federconsumatori, per incentivare le famiglie a ritornare a uscire, lancia l’idea di menù a prezzi promozionali sia al ristorante che al bar dove si possono ideare offerte per le colazioni o gli aperitivi. Oppure giornate nelle quali si può andare a mangiare a un prezzo calmierato, o abbonamenti. «In un momento difficile come questo per l’economia, iniziative di questo tipo possono essere utili».

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