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Marche, dal Consiglio regionale ok per la risoluzione che chiede di proseguire con le Pietre d’Inciampo

Ad oggi nelle Marche sono state installate circa 20 Pietre d'Inciampo, la maggior parte ad Ancona. Poi lo stop a questo percorso aveva suscitato diverse polemiche

Pietre d'inciampo dedicate ai fratelli Franco, Lucio e Renzo Coen Beninfante in via della Loggia

ANCONA – Il Consiglio regionale si compatta sulle Pietre d’Inciampo. Ieri in Aula il via libera unanime alla risoluzione trasversale alle forze politiche, che chiede di proseguire nelle Marche nell’applicazione delle Pietre d’inciampo dell’artista Gunter Demnig, per tenere viva la memoria storica della tragedia della Shoah, ampliando la loro collocazione e prevedendo ulteriori installazioni nelle province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Pesaro Urbino.

L’atto ha raccolto due diverse mozioni, una avanzata dalla maggioranza (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Udc, Civici Marche e Rinasci Marche) e l’altra dalla minoranza (Pd, M5s). Ad oggi nelle Marche sono state installate circa venti Pietre d’Inciampo, la maggior parte ad Ancona, poi lo stop a questo percorso che aveva suscitato diverse polemiche.

Con la risoluzione le forze politiche impegnano la giunta regionale a realizzare iniziative «a sostegno della consapevolezza storica e dalla coscienza democratica della comunità» specie rivolte ai giovani così da contrastare negazionismo, revisionismo e antisemitismo, inteso secondo la definizione operativa utilizzata dall’alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto, richiamata dalla risoluzione del Parlamento europeo del primo giugno 2017 sulla lotta contro l’antisemitismo.

Inoltre impegna la giunta a favorire i viaggi della Memoria per le scuole e a sostenere iniziative di ricerca e premi per tesi di laurea, a contribuire all’acquisto di libri e materiali di approfondimento per le biblioteche scolastiche e, infine, di promuovere iniziative per coltivare la memoria dell’Olocausto e dell’esilio degli ebrei marchigiani, costretti a lasciare l’Italia a causa delle leggi razziali del ’38.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli in un passaggio del suo intervento ha definito una «assurdità» i fatti accaduti in Europa intorno agli anni ’40 ed ha spiegato che le persecuzioni degli ebrei «è stata più di un incidente della Storia, è una delle cose a cui non riesco a dare una spiegazione tradizionale di nessun tipo». «Con la diaspora il popolo ebraico è stato intimamente connesso alla storia europea» ha aggiunto, rimarcando che la città di Ancona è la terza in Italia per presenza di ebrei che nel capoluogo hanno avuto esponenti di rilievo fra i quali l’economista Corrado Fuà, fondatore dell’Università Politecnica delle Marche.

La seduta del Consiglio regionale

I dem nel corso del dibattito in Aula hanno sottolineato l’importanza dei viaggi della Memoria, e il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi in particolare ricorda uno di questi viaggi, fatto ai tempi in cui era sindaco (a Senigallia), con i colleghi Romano Carancini (ex sindaco di Macerata, oggi consigliere regionale) e Goffredo Brandoni (ex sindaco di Falconara, oggi assessore regionale al Bilancio). Dal dem è arrivato anche un parallelismo tra gli ebrei di allora, costretti a lasciare la loro terra, e i migranti di oggi.

La consigliera regionale della Lega Monica Acciarri ha sottolineato che il tema riguarda tutti e che «bisogna trovare una soluzione al di sopra delle parti», un aspetto per certi versi sottolineato anche dalla consigliera del M5s Marta Ruggeri che ha affermato: lo sforzo comune trasversale alle forze politiche di «mettere insieme il meglio delle due mozioni per arrivare alla soluzione finale».

La seduta è stata movimentata da una polemica scoppiata durante l’esame di una mozione del consigliere di Rinasci Marche Luca Santarelli ‘Strategie aree interne Regione Marche – Adempimenti e necessità’, tanto che il presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche Dino Latini ha sospeso temporaneamente i lavori.

Il consigliere del Pd Romano Carancini aveva rimarcato il passaggio nelle fila della maggioranza di Santarelli, eletto con il centrosinistra, alle quali ha replicato il capogruppo FdI Carlo Ciccioli. Alla ripresa dei lavori, Latini ha sottolineato la «necessità di autoregolamentazione» e il fatto che «è un comportamento che non ci possiamo permettere» spiegando che quando un consigliere regionale interviene «gli altri non possono interromperlo, né sovrapporsi a lui, altrimenti non c’è spazio per la democrazia. E chi interviene non deve usare parole sconvenienti, che possono dare il la a questi scontri, anche se in questo caso non le ho ravvisate, anche sentendo la registrazione. Se qualcuno si sente toccato offeso per fatti o parole, anche di natura non solo personale ma politica, ci sono gli art. 72 e 61 del regolamento dell’Assemblea. Qui non siamo in un contesto politico, ma anche istituzionale».

La risoluzione ‘Strategie aree interne Regione Marche, adempimenti e necessità’, che ha recepito la mozione del consigliere Santarelli, alla fine è stata votata a maggioranza. L’atto impegna giunta e presidente alla piena attuazione della Strategia Nazionale delle Aree Interne, con l’inserimento dell’Alta Valle del Potenza tra le aree interne pilota, destinando risorse aggiuntive per garantire gli stessi servizi ai cittadini dell’entroterra, specie sul fronte del diritto alla salute.

Via libera in Aula anche alla mozione ad iniziativa dei consiglieri Dino Latini (Udc), primo firmatario, siglata anche dal consigliere Giacomo Rossi (Civici Marche) sui requisiti minimi generali per le Comunità alloggio anziani. In considerazione delle mutate esigenze di ricettività delle strutture, anche in seguito all’aumento dei costi di gestione, l’invito «di indirizzo politico amministrativo rivolto alla Giunta e alla Commissione consiliare competente» è quello di valutare, nell’ambito della riorganizzazione e negli aspetti specifici dell’accreditamento, l’aumento di almeno due unità del tetto numerico previsto per queste strutture che ospitano persone autosufficienti. Tra le proposte, elevare il numero minimo di ospiti per struttura, realizzare ospitalità temporanea e pronta accoglienza per periodi di tempo determinato.

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