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Marche, Consiglio regionale in bilico fra il caso Micucci e quello Urbinati

In attesa della proclamazione ufficiale degli eletti ci sono già degli illustri esclusi. Ecco cosa è successo

La seduta celebrativa del consiglio regionale sui 50 anni della Regione Marche

ANCONA – Il nuovo Consiglio regionale delle Marche si deve ancora insediare e già riserva i primi colpi di scena. In un post sulla sua pagina Facebook, il consigliere regionale Francesco Micucci, eletto in quota Pd, ha fatto sapere che dalla verifica dei verbali, eseguita da parte del Tribunale di Macerata sembrerebbe che siano stati assegnati «voti in più a Romano Carancini», ex sindaco di Macerata.

«Se confermato – scrive Micucci – (come sembra oramai certo) con questo dato, verrebbe ribaltato il risultato ufficializzato in un primo momento e Carancini verrebbe eletto al mio posto in Consiglio regionale. È chiaro che un risultato sul filo del rasoio può prestarsi a questi scherzi – prosegue – , è chiaro che ci sarebbe delusione. È altrettanto chiaro che con questa vicenda personale nulla cambierebbe rispetto alle valutazioni del risultato elettorale che avevo fatto nei giorni scorsi: la sconfitta elettorale del centrosinistra, la necessità del partito di recuperare il terreno perso in provincia e in regione, i ringraziamento ai civitanovesi per lo splendido risultato che mi hanno riconosciuto. Certo – conclude con una battuta – ci sarebbe da cambiare il manifesto».

Francesco Micucci

Ma sul sorpasso di Carancini, fanno sapere fonti interne alla Regione, ancora non ci sono certezze, perché bisognerà attendere la proclamazione ufficiale degli eletti, che avverrà tra oggi e domani, verificate le condizioni di eleggibilità degli stessi. Il tutto si giocherebbe su una manciata di consensi, visto che i voti di scarto sono 5, tra i due esponenti del Pd, per questo il riconteggio delle schede potrebbe effettivamente portare a grandi cambiamenti all’interno di Palazzo Leopardi. Per ora la commissione elettorale sta verificando i verbali dei seggi e presto si saprà con certezza se Carancini subentrerà in Consiglio al posto del “collega” dem. A Francesco Micucci erano state attribuite 2.353 preferenze e 2.348 a Carancini.

Ma questa non è l’unica situazione spinosa, infatti c’è anche il caso Italia Viva, che è stata sorpassata in Consiglio regionale dalla lista Rinasci Marche, lasciando fuori dall’Assemblea Legislativa l’ex consigliere di San Benedetto del Tronto Fabio Urbinati. Il partito di Renzi però ha già annunciato che darà battaglia. La segreteria nazionale di Italia Viva intende presentare ricorso al Tar, spiega Urbinati, anche se dovrà comunque attendere la proclamazione con la convalida ufficiale degli eletti.

Fabio Urbinati, consigliere regionale e capogruppo del Pd

Italia Viva ha incassato in questa tornata elettorale il 3,17%, mentre Rinasci Marche si è fermata al 2,77%. Ma nonostante il risultato veda primeggiare i renziani, per un complesso conteggio legato alla legge elettorale regionale, anche se Urbinati ha ottenuto 1.478 preferenze nel collegio della provincia di Ascoli Piceno, in pratica l’inserimento del candidato presidente del Pd Maurizio Mangialardi in Consiglio ha tolto il seggio ad Italia Viva, facendo subentrare Rinasci Marche con il candidato di Senigallia Luca Santarelli che ha ottenuto 1.041 preferenze.

«Un calcolo cervellotico» puntualizza Urbinati, nel rimarcare come non ritiene giusto «escludere dal Consiglio regionale la seconda forza della coalizione di centrosinistra». Il renziano non ritiene infatti rispettato il parametro della trasformazione dei consensi in seggi e quindi dopo il ricorso del partito potrebbe anche decidere di presentarne uno anche lui, ma «per ora è presto, dato che quello del partito è già molto corposo».

«Sono deluso e convinto di aver subito una grande ingiustizia» spiega, sottolineando che si tratta di «un caso accaduto solo nelle Marche, in Italia non ci sono altri casi simili. Non è una questione di poltrona – conclude -, ma di rappresentanza democratica».

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