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Consiglio regionale Marche, Brandoni sul Pnrr: «Nessun taglio sui progetti avviati». Critiche dalle opposizioni

L'assessore regionale al Bilancio ha rassicurato sul fatto che i progetti avviati non subiranno ripercussioni o tagli, mentre per quelli ancora da avviare il ministro Fitto avrebbe garantito alle Regioni che saranno reperite altre risorse

La seduta del Consiglio regionale

ANCONA – Lo stato di attuazione del Pnrr è stato al centro della seduta del Consiglio regionale di ieri. A relazionare in Aula l’assessore al Bilancio Goffredo Brandoni. Parlando con i giornalisti a margine della seduta, l’assessore ha rassicurato sul fatto che i progetti avviati non subiranno ripercussioni o tagli, mentre per quelli ancora da avviare il ministro Fitto avrebbe fornito rassicurazioni alle Regioni sul fatto che saranno reperite altre risorse finanziarie e che ha dato per la conclusione dei progetti «una data in avanti del 2026».

Goffredo Brandoni, assessore regionale al Bilancio

In sostanza «i progetti presentati ma ancora da avviare avranno tempistiche più lunghe» e «risorse sicure». Nelle Marche sono 5.823 i progetti finanziati dal Piano nazionale complementare, per un importo complessivo di 3.612 milioni di euro, ha spiegato Brandoni, ricordando che la rimodulazione prevista dalla proposta di modifica all’esame della Commissione Europea, con potenziali tagli di risorse, interessa nelle Marche 1.537 progetti per un importo di «452.840,269 euro».

«Non è corretto dire che sono stati tagliati fondi 452 milioni di euro per 1.537 – ha spiegato l’assessore al Bilancio -. Il ministro Fitto ha assicurato che troverà un’altra fronte di finanziamento e verranno allungati i tempi per i progetti non avviati» per i quali verranno garantite risorse alternative e ci sarebbe uno slittamento sui tempi di scadenza previsti, quindi oltre il 31 dicembre del 2026.

Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli

Anche il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, nel suo intervento ha rassicurato sul fatto che sul Pnrr il ministro Fitto «ha chiarito che non è definanziamento: nella proposta di ridiscussione cerca di anticipare tematiche della rendicontazione del PNRR». «Siamo in una fase in cui l’Italia deve fare chiarezza, lo strumento se calato può produrre effetti e un contributo auspicabile» ha detto, spiegando che il tema principale è come è nato il PNRR. «L’interlocuzione che il governo ci sta concedendo, anche in Conferenza Regioni – ha aggiunto – è mancata completamente all’inizio quando tutte le regioni hanno fatto appello ripetuto al governo per un coinvolgimento e un maggiore protagonismo che è stato negato. Gli interventi per la maggior parte ci sono passati sopra». «Ciò che sta facendo il governo è un’opera di serietà e per evitare sorprese» ha concluso.

Maurizio Mangialardi, capogruppo Pd

Critiche dal Pd. Il capogruppo dei dem Maurizio Mangialardi ha detto «ci aspettavamo che la giunta regionale e il centrodestra affrontassero la discussione sul Pnrr con maggiore concretezza e lucidità, dando risposte serie alle tante preoccupazioni che stanno emergendo nel territorio, specie da parte dei sindaci marchigiani. Sì, perché i tagli (non una revisione come dicono il presidente Acquaroli e l’assessore Brandoni) apportati dal governo Meloni alla quota riservata alle Marche – 453 milioni di euro corrispondenti a ben 1537 progetti – peseranno soprattutto sui Comuni. Anzi, il definanziamento che il presidente Acquaroli ha assecondato per compiacere come al solito la premier Meloni, sta dando vita a un drammatico paradosso: trasformare la più grande opportunità per il nostro Paese dopo il Piano Marshall, in un inquietante pasticcio che potrebbe travolgere il sistema delle autonomie locali».

Il dem ha aggiunto «non ci rassicurano affatto le parole della maggioranza. Ci dicono che per i progetti soggetti a definanziamento saranno individuate soluzioni alternative. Ma, al di là della presa in giro nei confronti dei sindaci e delle comunità, penso per esempio al clamoroso taglio del raddoppio della Orte-Falconara, manca un piccolo particolare: quali saranno i fondi sostitutivi? È una questione dirimente ed estremamente urgente, perché molti Comuni hanno già speso o stanno spendendo le risorse che prima gli erano state assicurate per i loro progetti e che oggi gli vengono sottratte. Ciò vuol dire che se la giunta regionale non individua immediatamente quelle risorse sostitutive, in molti enti locali potrebbero crearsi dei buchi nei conti fino a rendere loro molto difficile, se non impossibile, elaborare i bilanci di previsione entro fine anno, con il rischio di una bancarotta complessiva».

L’auspicio del dem è stato quello che «siano credibili le garanzie fornite dal ministro Fitto relative al fatto che i fondi Pnrr cancellati per le Marche saranno integrati in tempi brevi da Fondi Sviluppo e Coesione, dal Programma Operativo Complementare e da altre fonti. Ma vorrei far notare che le risorse FSC e POC che andranno a sostituire quelle del PNRR saranno a loro volta sottratte dal montante complessivo di quei fondi, che avrebbero potuto essere utilizzate per fare altre cose altrettanto utili e importanti. La verità, che spero venga oggi colta nella sua drammaticità, è che i governi sovranisti di Meloni e Salvini e, a livello locale, di Acquaroli, non solo non hanno mai creduto nelle opportunità offerte dall’Europa, e anzi le hanno sempre osteggiate, ma essendo completamente digiuni dei meccanismi che sovrintendono la loro gestione, rischiano di trasformarle in un vero e proprio boomerang contro famiglie e imprese».

Marta Ruggeri
Marta Ruggeri, capogruppo del M5s

La capogruppo del M5s Marta Ruggeri all’inizio della seduta aveva chiesto il rinvio della discussione adducendo come motivazione l’invio della documentazione solo alle 17 del giorno precedente la seduta (lunedì). pomeriggio. La consigliera ha evidenziato «il taglio effettuato dal Governo Meloni per 15,9 miliardi di euro», un taglio, ha spiegato che «comporterebbe un definanziamento di 1537 progetti sul territorio regionale per un importo pari a circa 453 milioni. Un impatto molto pesante se si pensa che questi riguardano progetti che sono a titolarità dei Comuni marchigiani e delle Unioni Montane».

«Tagli di fondi – ha detto – per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni» per 1411 progetti, per «i progetti di rigenerazione urbana» per 84 progetti e per i «servizi e le infrastrutture sociali di comunità nelle aree interne» per 42 progetti, tutti progetti importanti per i territori. «Nulla si è detto invece – ha aggiunto – per quanto riguarda la riduzione, a livello nazionale, degli interventi del Pnrr sulla sanità: sia delle Case di Comunità (da 1350 a 936), sia degli Ospedali di Comunità (da 400 a 304), sia delle Centrali Operative Territoriali (da 600 a 524), se non ribadire che l’impatto sulla Regione Marche della rimodulazione è attualmente in fase di valutazione da parte dell’unione di Missione 6 del Ministero della Salute e dell’Unione Europea».

In Consiglio regionale è stata approvata una risoluzione, primo firmatario il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli. L’atto impegna il presidente della Giunta e l’esecutivo a proseguire nell’interlocuzione con tutti i soggetti interessati dal finanziamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza per garantire la completa riuscita del programma della Giunta.

Critiche dal dem Romano Carancini: «Nessuno ha voluto strumentalizzare la discussione sul Pnrr, oggetto della discussione è fare il punto della situazione e la serietà del percorso» ha detto, sottolineando che «ad oggi c’è un taglio senza indicazione di fonte puntuale per poterlo rifinanziare. Se è vero ciò che dice Brandoni, che i finanziamenti ci sono, perché non sono stati indicati dal governo Meloni?».

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