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Confindustria Ancona, presentato lo Sportello sull’efficientamento energetico e le Comunità energetiche – VIDEO

Tra i numerosi servizi offerti dallo sportello ci sono la consulenza su efficientamento energetico e rinnovabili, su redazione e impostazione del bilancio di sostenibilità, su comunità energetiche, bandi e finanziamenti disponibili

Confindustria Ancona, la presentazione dello Sportello sull’efficientamento energetico e le Comunità energetiche

ANCONA – Accompagnare le aziende e le comunità verso il progresso sostenibile. È il compito dello Sportello sull’efficientamento energetico e le Comunità energetiche aperto da Confindustria Ancona e presentato questa mattina nelle sede degli industriali, alla presenza di Pierluigi Bocchini, presidente di Confindustria Ancona, dell’assessore regionale Andrea Maria Antonini con deleghe a Industria e Green Economy, e degli imprenditori che in prima persona si stanno impegnando sui temi della sostenibilità, da Giorgio Moretti, presidente di Piccola Industria Confindustria Ancona, Fabio Agabiti Rosei, vice presidente Piccola Industria Confindustria Ancona, Mirko Panzarea, con delega sul tema della sostenibilità, Gianluca Spallotta, con delega sul tema delle Reti d’Impresa, Gilberto Romanini, presidente sezione impiantisti, e Roberta Finaurini presidente sezione energia

Tra i numerosi servizi offerti dallo sportello ci sono la consulenza su efficientamento energetico e rinnovabili, su redazione e impostazione del bilancio di sostenibilità, su strategie e modelli di business e strumenti di finanza, su economica circolare e gestione dei rifiuti, su comunità energetiche, bandi e finanziamenti disponibili. Le comunità energetiche, che beneficeranno di fondi regionali, rappresentano un’opportunità che mette in sinergia imprese, enti pubblici e cittadini, per favorire l’indipendenza energetica, ridurre l’impatto sull’ambiente e il caro energia.

«Le aziende oggi sono chiamate ad avere un ruolo attivo e proattivo rispetto ai temi della sostenibilità e sono considerate agenti attivi del cambiamento – ha detto Pierluigi Bocchini -. Alle aziende oggi non solo viene richiesto di ridurre in modo significativo le esternalità negative che generano attraverso il proprio business, ma anche di impegnarsi nell’ottenere un impatto positivo».

Il presidente di Confindustria Ancona ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa in termini ambientali, economici e di coesione e inclusione sociale, in termini di senso di appartenenza a un luogo e a una comunità, spiegando che il consumo dell’energia prodotta all’interno di una Comunità energetica rinnovabile (CER) consente di distribuire le risorse all’interno dello stesso territorio in cui viene realizzato l’impianto, riducendo le emissioni ambientali, e permettendo di distribuirne i benefici direttamente nella comunità di riferimento.

Bocchini ha poi evidenziato che secondo stime, se l’Italia raggiungesse l’obiettivo di installare 85 gigawatt di energia rinnovabile entro il 2030, e continuasse virtuosamente nella riconversione energetica di vari impianti aziendali, ci sarebbero importanti ricadute positive sia dal punto di vista ambientale che economico. Si avrebbe una riduzione importante delle emissioni di CO2, una stima di 309 miliardi di investimenti e un aumento di 470.000 posti di lavoro nella filiera e nell’indotto delle rinnovabili. Questo porterebbe anche ad un aumento del valore aggiunto per l’economia del Paese, equivalente al 2,2% del Pil

Giorgio Moretti ha sottolineato che «il problema dell’energia è un problema serio per le piccole e medie imprese e per tutto il territorio» sia in termini di costi che di approvvigionamento. «Le nostre imprese hanno un ruolo attivo sul territorio dove sponsorizzano iniziative sociali, sportive e culturali» ha detto, aggiungendo che lo Sportello non è dedicato solo alle imprese, ma «è fortemente indirizzato per le piccole e medie imprese e per tutto il territorio».

L’assessore regionale Andrea Maria Antonini ha spiegato che i fondi per le comunità energetiche, il cui obiettivo è favorire l’autoconsumo, sono fondamentali anche in termini culturali in quanto «possono partecipare tutti, dal semplice cittadino, in forma più o meno associata, al condominio, all’imprenditore, all’ente locale, Per la prima volta il consumatore di energia diventa anche produttore» un ruolo cruciale anche in termini di «cittadinanza attiva e a livello culturale un passo in avanti fondamentale».

I fondi diretti contano su una misura specifica nel Por Fesr da 6 milioni destinati alle sole comunità energetiche rinnovabili, ma in campo c’è anche «un pacchetto che nel 2023 cuberà circa 60 milioni di euro – ha detto -, la stragrande maggioranza proprio per le imprese». Inoltre ha ricordato che la Regione Marche ha elaborato un protocollo con i Comuni e che nel 2021 è stata «la seconda in Italia a realizzare una legge regionale per le comunità energetiche» quando Antonini era ancora consigliere regionale e di cui fu primo firmatario.

«Lunedì in giunta abbiamo approvato una delibera – ha detto – che prevede la possibilità, attraverso la misura Europa, di riutilizzare economie precedenti del Por Fesr per finanziare misure dirette. Tra queste 5 milioni e 4mila euro per imprese (Pmi e micro imprese) e professionisti» per intervenire sulla differenza di spesa energetica (bollette) tra il 2021 e il 2022, la Regione interverrà per il 50% su questo differenziale, fino a 10mila euro».

Poi ha parlato dei bandi, il più importante, ha detto, è quello da 24.5 milioni dedicato alle piccole e medie imprese per l’efficientamento energetico, un’opportunità che arriverà entro fine anno, a sostegno dei costi relativi all’impiantistica e non solo. 20 milioni saranno invece destinati all’efficientamento degli ospedali e 2,5 milioni come bonus alle famiglie per installare mini impianti fotovoltaici.

La comunità energetica è un soggetto giuridico fondato sulla partecipazione aperta e volontaria, i cui azionisti o membri, sono persone fisiche, piccole e medie imprese (Pmi), enti territoriali o autorità locali, amministrazioni comunali, enti di ricerca e formazione, enti religiosi, enti del terzo settore e di protezione ambientale nonché le amministrazioni locali. Lo scopo prioritario non è la generazione di profitti finanziari, ma il raggiungimento di benefici ambientali, economici e sociali per i suoi membri, soci o territorio in cui opera. In questo modo quindi, i clienti finali, consumatori di energia elettrica, possono ad oggi associarsi per produrre localmente, tramite fonti rinnovabili, l’energia elettrica necessaria al proprio fabbisogno, ‘condividendola’.

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