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Comitato Priorità Scuola su riapertura: «Bene, ma rientro sia dedicato al recupero degli apprendimenti»

Il gruppo di genitori, studenti e docenti commenta positivamente la riapertura delle lezioni in presenza alle superiori al 50% dal 25 gennaio, ma chiede anche che le scuole restino aperte. Ecco le loro richieste

Il sit-in del Comitato Priorità alla Scuola (immagine di repertorio)

ANCONA – «La fase del rientro sia dedicata soprattutto alla ricostruzione della relazione educativa e al recupero degli apprendimenti e non esclusivamente alla certificazione del voto». È l’appello rivolto dal Comitato Priorità alla Scuola ai docenti in vista della ripresa delle lezioni in presenza al 50% nelle scuole superiori marchigiane. L’annuncio ufficiale della riapertura da lunedì 25 gennaio è stato dato nel primo pomeriggio di oggi dall’assessore all’Istruzione Giorgia Latini, al termine del vertice con il mondo della scuola.

«Siamo felici che gli studenti delle scuole superiori possano anticipare il rientro in classe», commenta il Comitato: la Giunta infatti sta per siglare una ordinanza per consentire il rientro in classe dopo quella restrittiva del 5 gennaio scorso che aveva posticipato la ripresa delle lezioni a febbraio. Una decisione, quella della Regione, di prorogare le lezioni a distanza fino al 31 gennaio, che era apparsa come un boccone molto amaro per il Comitato contrario alla didattica a distanza, ritenendola non formativa e frustrante per gli studenti relegati dietro ad un computer.

«Ingiusto che in via solo prudenziale e immotivata si sacrificasse ancora il diritto alla scuola in presenza, quando già un piano di trasporti era stato definito e quando i dati epidemiologici delle due settimane precedenti ci facevano permanere in zona gialla e arancione» osserva il Comitato. Una riapertura che definisce «primo risultato positivo della mobilitazione che abbiamo messo in atto instancabilmente nelle scorse settimane e che hanno visto la partecipazione di un numero crescente di genitori, studenti e insegnanti». Il gruppo aveva manifestato più volte davanti a Palazzo Raffaello per chiedere il ritorno in classe.

Ora il Comitato che nel frattempo, ha avanzato ricorso al Tar contro l’ordinanza regionale del 5 gennaio scorso, ricorso presentato da 7 genitori aderenti al gruppo, chiede che le lezioni arrivino al 75% e invoca «maggiori risorse per i trasporti e adeguate misure organizzative», con l’obiettivo di mantenerle aperte per garantire il diritto allo studio.

«Chiediamo al Governo e alle Regioni le misure necessarie affinché la scuola non debba subire altre interruzioni, garantendo il trasporto in sicurezza, screening sanitari, vaccini, risorse per l’edilizia scolastica che consentano di avere aule ampie e ben areate, la modifica dei parametri per la formazione delle classi. Com’è possibile evitare le “classi pollaio” se il numero minimo per formare una classe prima della scuola superiore secondo le attuali norme nazionali è 27? – lamenta il Comitato – E se le stesse norme prevedono che si possano formare classi anche con 30 e più alunni?».

Per questo il gruppo che raccoglie genitori, studenti e docenti, chiede che gli oltre 16 miliardi previsti per la scuola dal Next Generation Eu «vengano investiti nelle cose che contano per chi la scuola la vive, e su questo – conclude – vigileremo».

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