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Priorità alla Scuola, genitori del Comitato ricorrono al Tar: «Ci sono le condizioni per il ritorno in classe»

A spingere alla decisione la mancata certezza che le scuole possano riaprire il 25 gennaio come annunciato dal governatore Acquaroli in occasione della presentazione di un pacchetto di misure dedicate al rientro in sicurezza nelle classi

L'incontro a Palazzo Leopardi

ANCONA – Era già stato annunciato la scorsa settimana e alla fine il ricorso è arrivato. Un gruppo di genitori del Comitato Priorità alla Scuola ha presentato ricorso al Tar contro l’ordinanza siglata il 5 gennaio scorso dal governatore Acquaroli con la quale aveva posticipato la ripresa delle lezioni in presenza alle superiori a febbraio.

Una iniziativa, quella dei genitori che fanno parte del Comitato, costituito anche da docenti e studenti, «anche alla luce di quanto pronunciato dal Comitato Tecnico Scientifico, il quale ha ribadito che esistono tutte le condizioni che consentono il ritorno in classe delle Superiori nelle zone gialle e arancioni, come stabilisce il Dpcm del 14 gennaio» si legge nella nota stampa diramata dal gruppo impegnato dai tempi del lockdown contro la didattica a distanza.

L’annuncio del ricorso è arrivato nella giornata in cui una delegazione del Comitato (formata dalla rappresentante dei genitori di un Istituto Superiore di Ancona Stefania Alessandrelli, dal docente del Galilei Valerio Cuccaroni e dall’ex preside Lidia Mangani) e del coordinamento studentesco Stop Dad Studenti Uniti, aveva incontrato l’assessore all’Istruzione Giorgia Latini, a Palazzo Leopardi, il presidente del Consiglio regionale Dino Latini, i capigruppo di minoranza Maurizio Mangialardi (Pd) e Marta Ruggeri (M5s). Gli studenti erano stati ricevuti anche dal governatore Francesco Acquaroli al quale avevano mostrato il video “Voglio, posso, devo tornare a scuola”, realizzato dai ragazzi, raccogliendo le testimonianze video di genitori, docenti e studenti che chiedono il rientro a scuola in presenza.

Un confronto che aveva soddisfatto solo parzialmente il Comitato Priorità alla Scuola perché «l’assessora non ha rassicurato sulla certezza di rientrare a scuola nei prossimi giorni e non ha fornito sufficienti rassicurazioni sulla riapertura stabile delle Scuole Superiori marchigiane, subordinando la didattica in presenza all’andamento dei contagi – si legge nella nota stampa -. Se la Giunta Regionale noterà che la curva tornerà a salire, le Scuole Superiori potrebbero essere di nuovo chiuse in via precauzionale, come avvenuto già il 7 gennaio scorso».

L’annuncio della riapertura delle superiori dal 25 gennaio era stato dato ieri dalla Giunta, in occasione della presentazione di un pacchetto di misure dedicate al rientro in sicurezza a scuola: gli assessori Latini (Istruzione), Castelli (Trasporti), Baldelli (Infrastrutture) e Saltamartini (Sanità) affiancati dal presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli avevano illustrato le misure, finanziate con 7 milioni di euro fra le quali figurano la sanificazione degli ambienti, il miglioramento dell’areazione delle scuole e la dotazione di strumenti tecnologici per la didattica a distanza.

Il Comitato però oltre a chiedere la riapertura invoca che una volta riprese le lezioni gli istituti vengano mantenuti aperti. La delegazione di docenti e studenti ha incalzato l’assessore Latini «sul perché le Scuole Elementari e Medie siano rimaste aperte, nonostante l’allarme legato ai contagi» e l’assessore, stando a quanto riferisce il Comitato nella nota stampa, «ha lasciato intendere che la ragione è principalmente economica: i genitori avrebbero avuto problemi a sistemare i figli così piccoli, palesando l’idea della Scuola come un mero servizio assistenziale e non come l’istituzione in cui si fonda lo sviluppo culturale, sociale ed economico del nostro Paese».

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