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Comitato Priorità alla Scuola, il Tar respinge sospensiva urgente

La decisione in seguito alla revoca dell'ordinanza da parte della Regione che riapre le scuole dal 25 gennaio. Il gruppo che raccoglie genitori, studenti e docenti esprime soddisfazione perché il Tar riconosce la fondatezza del presupposto alla base del ricorso

La protesta del Comitato Priorità alla Scuola contro l'ordinanza regionale che proroga la didattica a dustanza

ANCONA – Respinta la richiesta di cautelare urgente avanzata dal Comitato Priorità alla Scuola. Il Tar delle Marche lo ha deciso ieri (21 gennaio) dopo che la Regione Marche (il 20 gennaio) ha revocato l’ordinanza che prorogava la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori fino al 31 gennaio siglandone una ulteriore che consente la riapertura al 50% dal 25 gennaio.

Il Comitato che riunisce sotto una unica bandiera studenti, genitori e docenti, aveva avanzato richiesta di sospensiva dell’ordinanza regionale il 19 gennaio, poi con la nuova ordinanza che sancisce l’avvio delle lezioni in presenza «il presupposto (ndr alla base del ricorso) è venuto a mancare» si legge nella nota stampa del Comitato.

In ogni caso il Comitato esprime soddisfazione dal momento che il Tar ne ha riconosciuto la fondatezza: «Il presupposto alla base del ricorso presentato dai genitori avverso l’ordinanza regionale 1/2021 che prorogava la Dad al 100% fino al 31 gennaio è fondato e permane l’interesse dei ricorrenti alla decisione dell’istanza cautelare» scrivono i membri del gruppo.

«Un grande successo – commenta Lidia Mangani, membro del Comitato Priorità alla Scuola ed ex preside – . Il richiamo alla pronuncia del Consiglio di Stato è fondamentale per oggi e per il futuro. D’ora in poi prima di chiudere le scuole ci penseranno mille volte. Se non avessimo fatto ricorso questo risultato non l’avremmo ottenuto».

Al coro di soddisfazione si unisce anche Silvia Mariotti, tra le fondatrici del gruppo: «Per noi è un’ottima notizia, di fatti il Tar richiama, citando il Consiglio di Stato, tutte le ragioni che ci hanno spinto ha scendere in piazza fino ad ora».

Stando a quanto riferisce il Comitato Priorità alla Scuola infatti «richiamando il decreto del Consiglio di Stato n. 17/21 del 11.01.2021, Il Tar afferma che provvedimenti regionali di chiusura emergenziale delle scuole» devono rispettare una serie di «principi».

Fra questi «deve essere motivata con dati scientifici che evidenzino il collegamento tra i focolai attivi sul territorio e l’impatto dell’attività scolastica in presenza» e inoltre «le problematiche relative al trasporto (movimentazione di persone) sono risolvibili con diligente ed efficace impegno amministrativo nei servizi interessati e non possono giustificare la compressione grave di diritti costituzionalmente tutelati quali quelli degli studenti interessati».

Insomma secondo il gruppo di docenti, studenti e genitori il Tar «ribadisce le motivazioni delle proteste e delle proposte di Priorità alla scuola. La scuola in presenza va garantita perché il diritto all’istruzione è costituzionalmente tutelato; non sono ammissibili chiusure generalizzate senza specificare le zone interessate da incrementi di contagio. I problemi relativi ai trasporti – conclude la nota – non sono giustificazioni valide per chiudere le scuole, ma vanno risolti con impegno e determinazione dalle autorità competenti».

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