Attualità

Chiusa la vicenda giudiziaria dell’ex sindaco di Ancona Fabio Sturani: «Finito un incubo lungo 15 anni, sette mesi e 28 giorni»

Primo cittadino di Ancona dal 2001 al 2009 per due mandati consecutivi si era dimesso da sindaco il 4 febbraio 2009 a seguito di un avviso di garanzia della Procura della Repubblica di Ancona. Sette procedimenti giudiziari si sono chiusi tutti in maniera a lui favorevole

Fabio Sturani

ANCONA – Sette procedimenti giudiziari di cui tre processi penali, conclusi con l’assoluzione al Tribunale di Ancona, tre gradi di giudizio alla Corte dei Conti e una causa civile con AnconAmbiente, tutti estinti. Si è chiusa così la lunga vicenda giudiziaria dell’ex sindaco di Ancona Fabio Sturani.

Primo cittadino di Ancona dal 2001 al 2009 per due mandati consecutivi (primo mandato eletto al primo turno con il 60,9% dei voti il 14 maggio 2001 e riconfermato sindaco al secondo mandato nel 2006 con il 58,1% dei voti) si era dimesso da sindaco il 4 febbraio 2009 a seguito di un avviso di garanzia della Procura della Repubblica di Ancona.

Una vicenda «lunga 15 anni, sette mesi e 28 giorni», sottolinea lo stesso Sturani. Tutto era iniziato a seguito dell’acquisto, avvenuto nel 2001 per poco più di 5 miliardi di lire, dell’ex area Ccs per lo stoccaggio dei rifiuti nel porto di Ancona da parte dell’azienda municipalizzata AnconAmbiente. Sturani venne accusato insieme all’ex sindaco Renato Galeazzi (anche lui assolto) di aver favorito un imprenditore portuale che avrebbe visto deprezzarsi un’area destinata a diventare parcheggio per i Tir previsto dal Piano del Porto, un acquisto spiega, che serviva per non pagare l’affitto.

Le accuse per lui erano state quelle di consussione e corruzione dalle quali è stato assolto «perché il fatto non sussiste», così come è stato assolto anche dall’accusa di tentata truffa per il quale era stata avanzata «una richiesta di risdarcimento danno da 2milioni e 100 mila euro». Estinto il processo per danno erariale nell’ambito della causa civile di AnconAmbiente.

«È finito un incubo – dice -, sono stato uno dei pochi sindaci che si è dimesso a seguito di avviso di garanzia. Ora ho ripreso a dormire». La riflessione dell’ex sindaco alla luce della vicenda giudiziaria è amara: «Quanti danni sono stati fatti alla città? Dopo le mie dimiassioni per l’avviso di garanzia c’è stato prima , ma inn commissario e poi le elezioni anticipate, ma intanto si è interrotta l’attività amministrativa della città e i progetti si sono fermati».

Sturani si dice «molto amareggiato dalla vicenda che però dimostra che abbiamo lavorato bene e governato nell’interesse della città, ora rimarrà agli atti: è stata eliminata un’ombra – aggiunge – dispiaceva per la fatica e l’impegno messi». Sturanti guardandosi indietro fa notare «sono rimasto sempre coerente con le mie idee politiche e con il partito» anche se non nasconde che da alcune parti del Pd si sarebbe aspettato un atteggiamento diverso.

Una vicenda spiega che «mi ha permesso di distiguere i veri amici dagli opportunisti: ringrazio l’ex presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli» Sturani dal 2015 al 2020 è stato capo gabinetto della segreteria dell’ex governatore. All’epoca dell’inizio dei guai giudiziari era presidente Anci Marche e vice presidente nazionale Anci. «A cinquant’anni mi sono dovuto ricostruire una vita lavorativa, non è stato facile – ricorda – devo ringraziare anche il Coni e Federsanità che insieme a Ceriscioli mi hanno dato fiducia». «Tornare in campo a livello politico? Non ci penso minimamente – dice – basta con la politica attiva. La tessera del partito ce l’ho ancora in tasca, ma ho fatto un passo indetro e sono rimasto nell’ombra nel partito, anche se ho sempre dimostrato coerenza con le mie idee politiche».

Il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi interviene sulla conclusione della vicenda e parla di «verità ristabilita», sottolineando che però «intanto è stato danneggiato un uomo che tanto ha fatto per la sua città. Dopo 5.585 giorni (15 anni e 7 mesi) di calvario giudiziario e 7 procedimenti giudiziari è giunta finalmente la completa assoluzione per Fabio Sturani dall’accusa per corruzione nel contesto dell’acquisizione dell’area portuale ex Ccs. Si tratta di un caso esemplare di come un rinvio a giudizio che, come nel 97% dei casi per quanto riguarda Sindaci, non ha portato poi a una condanna può però danneggiare gravemente una carriera politica e amministrativa».

«Quando questa vicenda ha inizio, ovvero l’8 febbraio 2008 – spiega Mangialardi -, Fabio Sturani è per la seconda volta Sindaco di Ancona: ha vinto al primo turno sia le elezioni comunali del 2001 che quelle del 2006. Non solo, ricopre anche il prestigioso ruolo di Vice-presidente nazionale di Anci e presidente di Anci Marche. Un sindaco amato, benvoluto, apprezzato, capace di realizzare opere importanti per la sua Città e con una proiezione importante sullo scenario politico regionale e nazionale. Con il rinvio a giudizio inizia l’incubo: innanzitutto le dimissioni, e poi il lungo iter processuale con tutto il portato emotivo e costi onerosissimi a carico dell’imputato».

«Quanti soldi sono stati spesi dall’autorità pubblica per questi 7 procedimenti giudiziari? – spiega il capogruppo dei dem – Quanti soldi ha dovuto spendere Fabio Sturani per difendersi dalle accuse rivelatesi poi infondate? Si è trattata di una pagina molto triste, che ha coinvolto anche il Partito Democratico e il centrosinistra nella sua interezza, mettendo in dubbio l’onestà e le capacità non solo di un Sindaco, ma di un’intera classe dirigente. Oggi finalmente la verità è stata ristabilita e si può anche finalmente tornare a valutare con la dovuta obiettività una stagione politica che per Ancona è stata significativa e ricca di soddisfazioni, come gli storici sapranno riconoscere. Tutto il mondo politico dovrebbe tributare il giusto omaggio a Fabio Sturani e le dovute congratulazioni per aver finalmente messo la parola “fine” su questa terribile vicenda» conclude.

© riproduzione riservata