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Case green, ecco la direttiva. Grilli di Cna: «Prevedere incentivi per famiglie e imprese»

La responsabile del settore costruzioni spiega la nuova direttiva e chiede incentivi per sostenere la transizione ecologica

ANCONA – Il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva sulle case green, che prevede, tral’altro, dal 2040 lo stop alle caldaie a gas. «Alcune indicazioni sono state ammorbidite rispetto alla bozza, specie per quanto riguarda le date obiettivo – dice Elisabetta Grilli, responsabile regionale Cna per il settore Costruzioni -. il vero problema è capire come ricostruire un panorama di incentivi per imprese e famiglie, partendo ad esempio dalle caldaie».

Secondo l’associazione di categoria «non tutte le famiglie sono in agrado di sostenere economicamente gli interventi chiesti dall’Unione Europea, per questo occorre prevedere degli sgravi per quelle con redditi minori». La direttiva approvata dall’Eu prevede case nuove a emissioni zero a parire dal 2030, mentre per le ristrutturazioni degli edifici provati già esistenti dovranno ridurre il consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035, attraverso interventi come il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, caldaie a condensazione e pannelli solari.

Sul fatto che è importante raggiungere obiettivi a zero emissioni, spiega Grilli, «siamo tutti d’accordo, ma il punto è come raggiungerli. Bisogna programmare bene per consentire alle imprese di avere certezze normative. Entro due anni la direttiva europea sulle case green dovrà essete declinata dagli stati membri, occorre lavorare fin d’ora sul riordino dei bonus a lungo termine per permettere la programmazione. Bisogna avere certezza normativa per poter programmare i lavori senza ingolfare ditte e professionisti, e senza aumento dei prezzi».

L’altro aspetto messo sul tavolo è quello dell’approvvigionamento delle forniture: «A fine anno con la scadenza del Superbonus, le caldaie a pompe di calore erano praticamente introvabili – spiega – è importante che ci sia il giusto approvvigionamento, visto che le caldaie tradizionali è ormai chiaro che non avranno un futuro». Sul fronte dei pannelli solari, la direttiva prevede di installarli nei nuovi edifici pubblici con obbligo progressivo dal 2026 al 2030, mentre per le abitazioni dovranno essere previste misure nazionali.

Oltre all’addio dal 2024 alle caldaie a gas e a combustibili fossili, dal 2025 dovranno essere aboliti i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili. I governi potranno esentare gli edifici storici e agricoli, le chiese e i luoghi di culto, gli immobili a uso militare e quelli utilizzati solo temporaneamente. I Paesi potranno attingere ai fondi Ue per sostenere la svolta ecologica, tra questi, il Fondo sociale per il clima, il Recovery fund e i Fondi di sviluppo regionale.

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