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«Sospendere i sanitari non vaccinati, depaupera gli ospedali già carenti», il sindacato LaIsa lancia l’allarme

Il sindacalista Enzo Palladino, infermiere sospeso perché non vaccinato, accende i riflettori sul fatto che le sospensioni dei sanitari vanno ad aggravare la carenza di medici e infermieri che affligge già gli ospedali

Enzo Palladino, segretario generale Laisa in Piazza Roma

ANCONA – «Le sospensioni dei sanitari non vaccinati, depauperano le strutture ospedaliere di personale di cui sono già carenti». A lanciare l’allarme sulla questione è Enzo Palladino, segretario nazionale LaiSa, l’organizzazione sindacale dei lavoratori autonomi della salute. Palladino è tra gli ultimi sanitari sospesi senza retribuzione dagli Ospedali Riuniti di Ancona, per non aver ottemperato all’obbligo vaccinale previsto per i sanitari.

Infermiere presso il reparto di Endoscopia Digestiva di Torrette, non ha mai fatto mistero di non essersi vaccinato contro il Covid, perché contrario. Una scelta, la sua, come spiega, assunta «per le conseguenze sulla persona, perché il vaccino non viene fatto né ad una divisa, quella di infermiere, e né ad un logo, quello di un sindacato».

Ora però il sindacalista vuole accendere i riflettori sul fatto che le sospensioni dei sanitari «hanno una ricaduta dell’assistenza ospedaliera. La legge purtroppo non ha contemplato la possibilità di prevedere sostituzioni negli ospedali per i medici e gli infermieri sospesi, specie nei casi di ruoli cruciali all’interno delle strutture».

Oltre alla ricaduta negativa sull’assistenza, Palladino evidenzia che tra gli effetti negativi di questi allontanamenti ci sono anche le liste di attesa «che si allungano ancora di più». Riferendosi al suo caso, fa notare anche un altro aspetto, quello della formazione.

«In Endoscopia Digestiva a Torrette eravamo 12 infermieri dedicati – spiega – ora che sono stato sospeso, c’è un operatore in meno e per formare un infermiere con le competenze richieste in quel reparto serve almeno un anno. Questa è una ricaduta sull’assistenza».

Il sindacalista esprime preoccupazione, spiegando che a Torrette sarebbero a rischio sospensione ancora una quarantina circa di sanitari non vaccinati, un impoverimento di professionisti della salute per i quali non è previsto rimpiazzo.

Ad oggi all’ospedale regionale di Torrette sono una decina i sanitari sospesi, su 19 comunicazioni giunte all’azienda ospedaliera: per i restanti, in ferie o in malattia, il provvedimento scatterà al rientro al lavoro. Intanto giovedì è arrivata la sospensione per il primo medico in servizio nella struttura ospedaliera, fino ad allora si era trattato di infermieri e Oss.

Il sindacalista, sta intanto preparando i primi due ricorsi per tentare di bloccare i provvedimenti di sospensione, e sta anche valutando di scrivere al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli per sottoporgli il tema della carenza di sanitari.

«Per chi è iscritto ad un ordine fuori dalla regione Marche non è arrivata ancora nessuna comunicazione – puntualizza Palladino – non tutti gli ordini hanno garantito una Pec ai propri iscritti. Nelle Marche pare tanto che siano le aziende a decidere chi sospendere, ma fortunatamente, le sospensioni procedono molto a rilento: l’iter, per tutti, si sarebbe dovuto concludere entro il 20 aprile scorso».

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