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«Carenza di personale allarmante» nelle carceri delle Marche. La protesta della penitenziaria

La polizia penintenziaria ha disertato la celebrazione dell'Anniversario del corpo. Stando ai sindacati, ad Ancona nella struttura di Barcaglione manca il 34% degli agenti, a Montacuto il 32%

ANCONA – La carenza di personale negli istituti penitenziari marchigiani al centro della protesta dei sindacati Sappe, Osapp, Sinappe, Uilpa, Uspp, Cgil e Cnpp. Le sigle di categoria hanno deciso di disertare la cerimonia della celebrazione del 205esimo anniversario dalla nascita del corpo di polizia penitenziaria (previste ad Ascoli Piceno) per le condizioni lavorative in cui sono costretti ad operare i poliziotti penitenziari nelle carceri marchigiane.

Una carenza importante, che nel capoluogo marchigiano è più consistente che nelle altre provincie. Stando ai sindacati ad Ancona nella struttura di Barcaglione manca il 34% degli agenti, a Montacuto il 32%, mentre a Fossombrone è più contenuta e non supera il 30%, a Pesaro il 20%, ad Ascoli il 18% e a Fermo il 14%. 

«La situazione degli istituti penitenziari della regione è a livelli allarmanti» sostengono le sigle sindacali: «non comprendiamo perché durante la nostra Festa si prediliga la disamina sulla realtà delle carceri e sulle possibili riforme di intervento piuttosto che valorizzare il ruolo di Corpo di Polizia dello Stato dei baschi azzurri». 

Secondo Sappe, Osapp, Sinappe, Uilpa, Uspp, Cgil e Cnpp «la realtà è che continuano ad aumentare gli episodi violenti all’interno delle carceri, con il regime penitenziario “aperto” e la vigilanza dinamica, ovvero con la conseguente riduzione del personale di Polizia Penitenziaria a fronte di un incremento dei detenuti “liberi” per più di 8 ore al giorno e costretti ad oziare, la situazione si è ulteriormente aggravata». 

I sindacati incalzano, affermando che «le ricorrenze di etichetta dovrebbero fare i conti con la realtà penitenziaria italiana più che Anniversario della nascita del Corpo di Polizia Penitenziaria, viviamo quotidianamente la celebrazione del “funerale” del Poliziotto Penitenziario che ogni giorno “viene assassinato” dopo ogni aggressione, dopo ogni vessazione da parte di una popolazione detenuta sempre più fuori controllo, il tutto sotto l’inerzia dei vertici centrali e degli organi di Governo».

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