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Cambiamento climatico, il professor Falco: «Quest’anno rischio elevato di perturbazioni intense in Autunno»

L'esperto Univpm sul cambiamento climatico spiega che la temperatura del mar Adriatico è cresciuta arrivando a toccare i 29 gradi al largo di Fano. Un fatto che ci espone al rischio di cicloni ed altri eventi estremi

Onda anomala a Senigallia

«La scienza non ha dubbi: il cambiamento climatico è dovuto all’attività antropica, ovvero all’immissione di gas serra nell’atmosfera». Lo sostiene il professor Pierpaolo Falco, docente in Oceanografia e Fisica dell’atmosfera. Non solo CO2, spiega il professore dell’Università Politecnica delle Marche, ma anche il Metano, immesso in atmosfera non solo dagli allevamenti intensivi di bovini e dalle attività legate all’agricoltura, ma anche «ma anche quello contenuto nel permafrost che si sta liberando a causa del surriscaldamento, dai ghiacciai dell’Artico, che stanno scomparendo sia in mare che a terra».

La temperatura del Pianeta sta aumentando, spiega l’esperto, «esistono indicatori precisi del cambiamento climatico in atto, stabiliti a livello internazionale, tra i quali la temperatura media del Pianeta, il livello degli oceani, la frequenza degli eventi estremi, la concentrazione di gas serra nell’atmosfera, ed altri di carattere più regionale. Tutti questi indicatori – spiega – stanno convergendo in questa direzione».

Il professor Falco evidenzia che dall’era industriale il pianeta si è riscaldato di circa 1,2-1,3 gradi rispetto al periodo precedente. «Certo – spiega – il Pianeta ha vissuto anche in passato periodi in cui le temperature hanno subito anche delle grandi variazioni, di oltre 1,5 gradi, ma occorre tenere presente che 100mila anni fa la Terra era diversa e non era popolata come oggi, per cui l’effetto di un cambiamento climatico non impattava sulle persone, mentre oggi è devastante. Il problema è proprio questo» osserva».

Secondo gli scenari delineati dal mondo scientifico «da qui al 2100» se non si invertirà la rotta con azioni concrete per mitigare il surriscaldamento globale «la temperatura del Pianeta crescerà di altri 3-6 gradi». Cosa possiamo fare? «Dobbiamo mettere in atto quelle azioni già individuate a Kioto, Copenaghen e Parigi: ridurre le emissioni di gas serra e realizzare uno sviluppo economico e d uno stile di vita più compatibili con le esigenze del Pianeta».

L’esperto spiega che circa il 90% del calore in più sulla Terra è stato assorbito dagli oceani, che svolgono un ruolo essenziale nel regolare il clima, ma «un oceano più caldo ha un effetto dannoso sulla biodiversità e sulla salute degli ecosistemi marini, e inoltre, rilascia calore in atmosfera dando origine a perturbazioni molto più intense. Ad esempio, i cicloni tropicali si innescano quanto la temperatura superficiale dell’oceano supera i 26°C. Oceani più caldi raggiungerebbero questa soglia più rapidamente e frequentemente».

«Nel Mediterraneo – spiega – secondo i dati di fine luglio del sistema Copernicus, in alcune aree come il mar Tirreno, c’è una anomalia di temperatura di circa 6 gradi in più rispetto alla media del periodo, nella parte centro settentrionale dell’Adriatico il riscaldamento è di circa 2-3 gradi. Il Mediterraneo in tal senso è un hot-spot che risponde in maniera molto più veloce al cambiamento climatico rispetto ad altre aree del Pianeta e questo in termini di energia per le perturbazioni è un elemento molto critico».

A largo di Fano è stata installata proprio l’anno scorso una boa che misura anche la temperatura del mare e ha luglio aveva rilevato valori di 29 gradi, spiega il professor Falco, mentre in questi giorni, con il clima più mite segna 26 gradi. «Il settore meridionale del Mediterraneo però ha temperature che continuano ad essere molto più elevate della media che aumentano il rischio di Medicane» i cosiddetti cicloni del mediterraneo che potrebbero avvenire tra fine settembre e inizi di dicembre.

Sulle azioni da intraprendere nel territorio l’indicazione dell’esperto è chiara: «bisogna mettere in sicurezza gli argini dei fiumi, i sistemi fognari delle città, perché quest’anno il rischio di perturbazioni molto intense nel periodo autunnale è elevato». Espressione della forza di queste perturbazioni (supercelle) anche l’onda anomala che il 22 luglio si è abbattuta sulla costa marchigiana, invadendo le spiagge, «uno tsunami generato da sistemi da una supercella che si è formata sulla pianura Padana e che poi è arrivata sul mar Adriatico all’altezza di Ravenna impattando la superficie del mare con forza davvero straordinaria. Speriamo che i governanti agiscano in modo saggio e basandosi sugli studi scientifici, per evitare che questi shock abbiano effetti immediati devastanti».

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