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Temperature elevate, è già boom di allergie. Bonifazi: «Colpa del cambiamento climatico»

Fioritura prematura dei pollini, mentre la CO2 li sta rendendo più aggressivi. Abbiamo fatto il punto con il presidente onorario della Società Italiana Allergologi Ospedalieri

Il professor Floriano Bonifazi

ANCONA – Arriva in anticipo la stagione delle allergie che si fanno sempre più forti e colpiscono un numero crescente di persone. Colpa del «cambiamento climatico che sta provocando degli stravolgimenti sulle malattie respiratorie legate ai pollini» spiega l’allergologo Floriano Bonifazi, presidente onorario della Società Italiana Allergologi Ospedalieri e coordinatore scientifico del progetto Pia (Progetto Inquinamento Ancona).

Il primo di questi effetti è che la fioritura arriva in anticipo sulla stagione, ogni anno un pò di più. Il cipresso ad esempio, come spiega l’allergologo, se in passato non fioriva prima di metà febbraio, «oggi lo possiamo vedere anche a metà gennaio». Stesso discorso anche per le graminacee che anticipano la loro fioritura. La stagione delle allergie purtroppo non inizia solo prima, ma dura anche più a lungo.

«La CO2 emessa in misura maggiore nell’atmosfera, oltre a causare il  riscaldamento globale, viene assorbita dalle piante allergizzanti – spiega Bonifazi -. Questo le fa diventare più aggressive. Il contenuto di polline infatti è maggiore e produce un effetto allergizzante più intenso nei soggetti allergici».

Un quadro aggravato ulteriormente dai forti temporali accompagnati da venti intensi. «Il vento forte frammenta i pollini sbattendoli con violenza a terra, per poi risollevarli creando un aerosol finissimo che penetra profondamente nei bronchi ed è responsabile del Thunderstorm asthma, crisi asmatiche epidemiche legate proprio a questi fenomeni».

Parallelamente l’inquinamento, tra cui quello veicolare legato soprattutto ai diesel, fa crescere il plateau dei soggetti affetti da allergia. Insomma secondo l’allergologo, allergici non solo si nasce, ma lo si può diventare, persino in tarda età: «Abbiamo una discreta casistica di soggetti che diventano allergici anche oltre i 65 anni di età». Le particelle di polveri dell’inquinamento vengono assorbite dalla superficie della membrana pollinica, spiega Bonifazi, questo accentua l’infiammazione allergica e fa aumentare le malattie allergiche.

«Alla fine dell’800 – osserva – queste patologie colpivano non più dello 0,5% della popolazione mondiale, oggi siamo arrivato al 30%. Un incremento che non può essere spiegato esclusivamente con la trasmissione genetica. In Europa abbiamo 300milioni di soggetti asmatici, la pressione ambientale gioca un ruolo cruciale».

Il professor Bonifazi coordinatore scientifico il PIA, progetto inquinamento città di Ancona, che ha tra gli altri obiettivi anche quello di campionare i pollini e leggere i bollettini diramati, dando una valutazione clinica che orienta gli allergici sui comportamenti più corretti da attuare. I risultati poi vengono pubblicati sul sito dell’Arpam regionale. Il campionatore è piazzato sul tetto del Comune di Ancona.

Fondamentale in un quadro simile, come sottolinea l’allergologo, è quello che le persone affette da malattie respiratorie allergiche seguano le indicazioni del medico specialista e quindi si attengano alle terapie prescritte che vanno effettuate in maniera continuativa. Per i casi più  gravi ci sono invece i vaccini che possono ridurre molto i disturbi e avviare in alcuni casi alla guarigione.

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