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Calano i consumi, la moda rallenta. Sabbatini di Confartigianato: «L’inflazione, l’inverno mite e le guerre non aiutano»

Dopo la crescita registrata dal comparto nel post pandemia, le imprese artigiane dell'abbigliamento e delle calzature registrano un rallentamento anche nelle Marche

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(Foto di StockSnap da Pixabay)

ANCONA – Il 2024 si apre con un calo dei consumi a livello nazionale. A metterlo nero su bianco è l’Osservatorio permanente Confimprese-Jakala il quale rileva che il mercato a gennaio registra una flessione del -2,1%, rispetto a gennaio del 2023. La ristorazione, che nel 2023 aveva trainato i consumi, registra una contrazione del -1,7%. Ancora più pesante il calo segnato dall’abbigliamento che tocca il -2,4%. Anche i negozi di prossimità iniziano il 2024 in negativo a -3,5%.

A confermare che «il rallentamento del comparto moda» sta interessando anche le Marche è Graziano Sabbatini, presidente Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino, che parla di una situazione «prevedibile. Non abbiamo ancora i dati definitivi dell’invernale – dice -, la campagna vendite al dettaglio resterà aperta fino al 28 febbraio, ma dai risultati parziali risulta un calo generalizzato intorno al 20-25% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, un trend prevedibile dopo tre anni di crescita del comparto che ha fatto registrare un +70% circa».

Per quanto riguarda i dati relativi alla produzione gli anni di crescita sono stati il 2021, 2022 e i primi sei mesi del 2023 con una media del +20% l’anno. Secondo Sabatini il settore (abbigliamento e calzature) «si sta riposizionando sui numeri del 2022» dopo il boom registrato dalle imprese artigiane. I dati relativi alla produzione del primo scorcio del 2024 segnano un – 25% circa per quanto riguarda gli ordinativi rispetto al primo semestre 2023 che registrava ancora un +20% sull’anno precedente. Insomma si confermano i numeri del 2022.

«L’inverno mite – spiega – tra i più caldi non ha aiutato le vendite dei capi invernali, i negozi hanno i magazzini pieni e se la merce non esce non fanno nuovi acquisti». Poi il presidente di Confartigianato fa riferimento all’inflazione «che ha picchiato duro» su imprese e famiglie, e la crisi che riduce il potere d’acquisto, facendo calare i consumi.

Sul piatto della bilancia Sabatini mette anche la situazione geopolitica internazionale, con il conflitto fra Russia e Ucraina, giunto al secondo anno, e la crisi in Medio Oriente, che «generano una incertezza che non aiuta i consumi». «La Russia è ormai fuori dal giro commerciale – prosegue – così come il mercato ucraino, mentre nei Paesi Arabi non c’è euforia nel fare acquisti». Una situazione congiunturale che «sta penalizzando anche il comparto del lusso, che finora aveva resistito».

«Non c’è un allarme – puntualizza -, con un -20, -25% di produzione si va avanti lo stesso: ci sta che dopo due anni di crescita si torni ai volumi normali». A soffrire di più, in questo contesto «sono i piccoli produttori e i terzisti, che hanno investito in personale e macchinari per aumentare la capacità produttiva».

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