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Bonus sisma al 110%, a chi spetta e come richiederlo

Varato con il Decreto Rilancio, consente interventi di riqualificazione sismica sugli edifici ampliando il vecchio incentivo all'85%. Ecco tutte le novità

Ristrutturazione (Foto di Manfred Antranias Zimmer da Pixabay)

ANCONA – Detrazioni di imposta al 110% per interventi di riqualificazione antisismica. È quanto prevede il bonus sisma varato dal governo con il Decreto Rilancio che ha introdotto una serie di agevolazione ed incentivi potenzialmente in grado di attuare la ripresa economica di quei settori maggiormente colpiti dal lockdown imposto per limitare la diffusione del coronavirus, come l’edilizia.

Il Decreto Rilancio ha di fatto esteso il “vecchio” bonus sisma del 2013 che prevedeva detrazioni fino all’85% per gli interventi di ristrutturazione con finalità antisismica eseguiti all’interno dei comuni della zona 1 e 2. Infatti con il nuovo provvedimento varato dal governo «viene ampliata la platea degli edifici, estendendo anche alla zona 3 la possibilità di usufruire di detrazioni di imposta – spiega Chiara Carletti del Centro Studi Consulenti del Lavoro di Ancona  – , in secondo luogo, la detrazione aumenta al 110% per tutti quegli interventi antisismici che devono però essere asseverati da un professionista specializzato e qualificato, che dovrà redigere la valutazione della Classe di Rischio Sismico pre e post intervento».  Inoltre, il credito passa al 90% nel caso in cui venga ceduto ad una impresa di assicurazioni con la contestuale stipula di una polizza di assicurazione contro gli eventi calamitosi.

Cosa prevede e soprattutto a chi spetta il bonus per la riqualificazione sismica? Di fatto potranno beneficiare del bonus per le spese sostenute fra il 01/07/2020 e il 31/12/2021 «i condomini, solo per le spese relative alle parti comuni che vanno ripartite fra i condòmini in
base ai millesimi – prosegue la consulente del lavoro – , poi le persone fisiche non esercenti attività di impresa, arti e professioni, su unità immobiliari di proprietà che possono usufruire anche della detrazione sulle parti comuni; oltre agli Istituti Autonomi Case Popolari e gli enti con le stesse finalità sociali e le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, per gli immobili di proprietà assegnati ai propri soci».

Insomma l’agevolazione interessa sia le persone fisiche che quelle giuridiche e tutte le tipologie di immobile, ad eccezione delle unità immobiliari ubicate nei territori a basso rischio sismico (zona 4).

Come utilizzare la detrazione al 110%? «Può essere usufruito dal singolo contribuente in sede di dichiarazione dei redditi e spalmato nei 5 anni successivi, oppure può essere ceduto al fornitore o a terzi, o ancora
convertito in uno sconto sulla fattura del fornitore di servizi, che potrà a sua volta usufruirne come credito di imposta o cederlo a terzi – spiega – .
Ciò significa che, ad esempio, il condominio che affronta uno degli interventi “base” previsti, invece di redistribuire la detrazione fiscale ai singoli condòmini, può proporre alla ditta che ha effettuato i lavori, di scontare quel credito maturato nella fattura cedendolo di fatto al fornitore
stesso. Questi, a quel punto, può usufruirne come proprio credito di imposta, oppure, e qui siamo ad una importante novità del Decreto Rilancio, in via sperimentale, cederlo ad Istituti di credito o
finanziari».

«Ovviamente per garantire la legittimità dei singoli passaggi di credito» spiega la dottoressa Carletti, occorre acquisire «il visto di conformità per garantire l’esistenza del credito e delle asseverazioni tecniche per attestare la reale valenza e congruità delle spese sostenute negli interventi effettuati». Anche i costi sostenuti per la produzione della documentazione e per l’invio, rientrano fra le spese detraibili, conclude.

Fabio Fiori, imprenditore edile e presidente Ance Ancona

Insomma un bonus che sembra promettere bene, e le richieste già fioccano. «Riceviamo veramente moltissime richieste ogni giorno – spiega Fabio Fiori titolare dell’azienda edile Fiori di Sassoferrato e presidente Ance Ancona (associazione nazionale costruttori edili) – , anche se brancoliamo nel buio su come funzionerà con gli Istituti di Credito. Il maggior vantaggio per il cittadino si avrà facendosi finanziare dalle banche. In ogni caso si tratta di un provvedimento molto buono che permette di recuperare il nostro patrimonio, sistemando sistemare i vecchi edifici senza consumare nuovo terreno, ovvero senza costruire ex novo. Una opportunità da cogliere al volo anche perché i tempi sono stretti».

Alberto Romagnoli, presidente ordine degli ingegneri di Ancona

Cauto sulla questione il presidente dell’ordine degli ingegneri di Ancona, Alberto Romagnoli. Nell’osservare che si tratta di «una iniziativa lodevole e molto interessante», Romagnoli evidenzia che il bonus sisma «è pubblicizzato da alcuni attori come la possibilità di ristrutturare l’abitazione a costo zero, ma si tratta di pubblicità ingannevole, dal momento che ci sono dei costi per la cessione del credito, stimati introno al un 20% circa». Insomma il presidente dell’ordine degli ingegneri invita alla prudenza e spiega che è opportuno «attendere la conversione in legge e i decreti attuativi, solo allora l’Ordine si impegnerà nel far conoscere l’iniziativa e si potranno conoscere i costi effettivi dell’operazione».

Romagnoli precisa che sul bonus sisma l’ordine ha chiesto al governo di allungare i tempi dell’iniziativa che scadrà il 31 dicembre del 2021, una mossa resa necessaria dal fatto che con le misure anti contagio che vietano gli assembramenti e dunque le riunioni di condominio «significherebbe partire a settembre e fra i tempi burocratici e l’attivazione del bonus resterebbe poco tempo». Inoltre evidenzia che ci sono anche altri aspetti legati al cumulo con altri interventi statali come quello della ricostruzione, una questione sulla quale è intervenuto direttamente con il commissario per la ricostruzione Legnini «che si è impegnato a fare in modo che ci sia una declinazione del bonus sisma per le aree del cratere». Quanto tutti questi aspetti saranno chiariti allora «potremo pensare di diffondere in maniera capillare l’iniziativa tra la popolazione».

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