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“Basta pagare”, sabato ad Ancona corteo a un mese dall’alluvione

Il corteo si muoverà dalla fiera della pesca (Mandracchio) di Ancona verso piazza Roma per tenere accesi i riflettori sull'alluvione e chiedere un cambio di passo sulle politiche energetiche e fossili

Casine di Ostra il giorno dopo l'alluvione

ANCONA – “Basta pagare” è lo slogan della manifestazione che si terrà sabato 15 ottobre ad Ancona, ad un mese esatto dall’alluvione che il 15 settembre scorso ha devastato il senigalliese e il pesarese, causando 12 vittime accertate, sfollati e danni ingenti. L’iniziativa, che vedrà un corteo snodarsi dalla fiera della pesca di Ancona (zona Mandracchio) i verso il centro di Ancona, con arrivo in piazza Roma, vuole tenere accesi i riflettori su quanto accaduto quella terribile sera e chiedere un cambio di passo sulle politiche energetiche e fossili.

Promotori dell’iniziativa, che si svolgerà domani a partire dalle 15:30, Spazio Autogestito Arvultura Senigallia, Fridays For Future Ancona, Trivelle Zero Marche e Campagna “Per il clima, fuori dal fossile”. Le associazioni, da tempo impegnate sui temi del cambiamento climatico e sulla necessità di abbandonare le fonti fossili, chiedono l’«immediato ripristino dei luoghi e dei territori devastati dal nubifragio (del 15 settembre, ndr), l’integrale risarcimento dei danni subiti dalle popolazioni, l’abbattimento drastico e immediato dei costi delle bollette di gas e energia elettrica con la moratoria a fondo perduto sui pagamenti nelle aree alluvionate».

Basta pagare, i promotori della manifestazione ad Ancona

«È una data che ricorderemo a lungo – affermano – Il nubifragio, la pioggia, il fango, il vento e in poche ore vengono buttati sul piatto della bilancia i reali costi sociali delle politiche fossili: vite, terre, case, beni e attività perduti. Il dissesto idrogeologico accumulato negli anni è stato estromesso da agenda e risorse dei governi regionali succedutisi nel tempo. I piani d’intervento per far fronte efficacemente a eventi di simili dimensioni sono ridicoli».

«La vera forza messa in campo nell’immediato per far fronte alla tragedia – aggiungono – è stato il mutuo soccorso delle persone, nella totale latitanza dei politici, troppo preoccupati della vicina scadenza elettorale, e nell’assenza di mezzi e strategie adeguati alla gravità della crisi. L’area travolta dal nubifragio è molto più estesa di quella narrata dai media, comprende piccoli paesi, cancellati, di cui si parla poco e di sfuggita, anche se ognuno di quei paesi è un piccolo mondo».

«Non vogliamo pagare i costi sociali di scelte politiche fatte contro di noi e sulla nostra pelle» affermano gli organizzatori, sottolineando «le bollette stratosferiche con cui si arricchiscono speculatori e petrolieri» e «i danni subiti, contraendo mutui che ci schiavizzano e arricchiscono i banchieri». Ma i manifestanti scenderanno in piazza domani anche per dire no alle trivellazioni e ai rigassificatori, e per chiedere un «cambiamento radicale del Pnrr; che i fondi destinati al territorio siano dirottati sui progetti sociali di ricostruzione; piani concreti di intervento contro il dissesto dei territori; rifiuto di strategie di rilancio del fossile, un reale ed attuale percorso di fuoriuscita».

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