Attualità

Banca Marche, nuova udienza. Accento sulla svalutazione dei crediti

Nell'ultima udienza del processo per il crac dell'istituto di credito, sono stati ascoltati Massimo Felicissimo, membro del collegio sindacale durante l'era Goffi, e Pierfranco Giorgi, vicedirettore generale dall’istituto di credito fino al marzo 2013

Tribunale Ancona
Tribunale di Ancona

ANCONA – Banca Marche si poteva salvare. È quanto ha sostenuto in Tribunale ad Ancona uno dei due teste ascoltati nel corso dell’ultima udienza del processo per il crac dell’istituto di credito marchigiano, che si è tenuta ieri – 7 giugno -. In Aula Massimo Felicissimo, membro del collegio sindacale della banca durante il periodo in cui era direttore generale Lucino Goffi, e Pierfranco Giorgi, vicedirettore generale dall’istituto di credito fino al marzo 2013.

Felicissimo avrebbe sostenuto che nell’agosto 2013, prima del commissariamento, Banca Marche non sarebbe stata in insolvenza, mentre Giorgi in Aula ha parlato dei nuovi criteri per la svalutazione dei crediti che sarebbero stati adottati dal successore di Bianconi, Goffi, presente in Tribunale.

Secondo Giorgi i nuovi criteri avrebbero aperto la strada al commissariamento della banca. Interrogato dal legale Corrado Canafoglia che al processo rappresenta oltre 3mila parti civili, Giorgi ha ricordato che nel 2012 la banca avrebbe ottenuto un prestito da Bce intorno ai 4 miliardi e 300 milioni di euro, garantiti da titoli di Stato che riconoscevano un interesse annuo del 4,5 -5% .

Poi successivamente, nel settembre 2013 con il commissariamento, Bankitalia sarebbe subentrata a BCE nel credito poi ceduto l’anno successivo a Fonspa. L’avvocato Canafoglia ha chiesto di indagare sui «4,3 miliardi di euro di cui non si conosce la sorte insieme ai 500 milioni di interessi dei titoli posti a garanzia». La prossima udienza è stata rinviata al 21 giugno quando in Aula arriveranno i commissari di Bankitalia.

© riproduzione riservata