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Dem, passa la linea di Gostoli: si va verso la Costituente con il segretario al timone

Nel corso dell'assemblea regionale fiume, è arrivato l'ok alla strategia del segretario che sarà al timone del partito per guidarlo nella fase di transizione

ANCONA – Semaforo verde per la linea del segretario regionale dei dem Giovanni Gostoli che guiderà il partito nella fase di transizione verso la Costituente. A distanza di una settimana dalla direzione del partito, Gostoli ha riunito l’assemblea alla quale hanno preso parte i candidati alle elezioni regionali, l’ex governatore Luca Ceriscioli, il capogruppo Maurizio Mangialardi, i consiglieri regionali, il parlamentare Mario Morgoni e il sottosegretario Alessia Morani.

Nel corso dell’assemblea fiume, iniziata alle 14 e conclusa alle 21,30, con 48 voti favorevoli su 64, 8 contrari e 4 astenuti è passata la linea del segretario regionale che ha confermato le proprie dimissioni ed ha proposto un percorso costituente per arrivare a un congresso nei primi mesi del prossimo anno così da «andare alla radice della sconfitta». Dopo aver ripercorso le tappe salienti della sua relazione presentata la scorsa settimana in occasione della direzione regionale, il segretario ha ribadito che solo «con una profonda analisi del voto e una piena assunzione di responsabilità di tutti il nuovo congresso sarà un momento di rigenerazione del Pd che non dovrà essere una conta interna ma dovrà avere al centro un progetto politico di ricostruzione del centrosinistra».

Secondo Gostoli il commissariamento «non serve» perché la sconfitta «non nasce nell’ultimo anno e mezzo, ma viene da lontano. Dire che la sconfitta viene da lontano non è una scusante, ma un aggravante che interroga l’intera classe dirigente». «È utile – conclude – una gestione condivisa e mi impegno, qualora ci fosse la disponibilità, ad un allargamento della segreteria regionale a tutte le sensibilità: una segreteria costituente per gestire questa fase di transizione».

Ma la proposta ha suscitato le critiche della frangia del Pd che vede Morani, Morgoni, Carancini, Mastrovincenzo e Bora non condividere l’avvio di un percorso gestito dal segretario e dalla segreteria uscente. «Non si vuole comprendere la richiesta di cambiamento che ci è stata fatta dagli elettori – commenta il consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo – . Il segretario si è presentato dimissionario ma si è auto-proposto traghettatore del partito fino al congresso di cui non si può sapere la data, vista anche l emergenza pandemica. Il segnale che viene dato all’opinione pubblica è, a mio avviso, molto negativo».

Antonio Mastrovincenzo

Una posizione condivisa anche dal parlamentare Mario Morgoni: «Con Morani, Mastrovincenzo, Carancini ed altri abbiamo ritenuto improponibile che a gestire la fase successiva alla disfatta elettorale fosse il gruppo dirigente uscito sconfitto dalle elezioni e tra l’altro dimissionario» spiega il parlamentare Mario Morgoni.

«La nostra proposta è stata quella di affidare a un nuovo organismo condiviso costituito da rappresentanti di sindaci, parlamentari, consiglieri regionali e segretari di circolo, giovani democratici – prosegue – . Nella nostra proposta il nuovo organismo avrebbe incluso anche il segretario uscente, a ulteriore riprova dell’assenza di pregiudizi da parte nostra testimonianza, avrebbe garantito la rappresentanza di tutti i territori e la parità di genere. Con uno strumento di questo genere avremmo dato un segnale di consapevolezza e di discontinuità al nostro elettorato e avremmo potuto preparare un congresso di svolta capace di produrre una nuova classe dirigente e un nuovo progetto politico di cui tutto il nostro elettorato sente un disperato bisogno».

Mario Morgoni
Mario Morgoni

«Purtroppo – conclude – ci accingiamo ad aprire una stagione congressuale dove una maggioranza che ci ha portato alla disfatta elettorale pretende di dettare le regole e il percorso con l’obiettivo di garantire continuità, immobilismo e gestione del potere. Ci aspetta una battaglia dura ma inevitabile se non vogliamo rinunciare all’obiettivo di imprimere una vera svolta innovativa a questo partito delle Marche che vive una condizione di preoccupante e inarrestabile declino».

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