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Regionali, i 5 Stelle corrono da soli. Gostoli (Pd): «Condannati all’irrilevanza»

La decisione del capo politico Di Maio ha suscitato diverse reazioni. Delusione per Verdi e Articolo Uno. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci: «Dopo l'Emilia Romagna sarà un altro film. Ne riparleremo dopo il 26 gennaio»

ANCONA – «Non ci sono le condizioni politiche per pensare a un patto civico che comprenda anche i partiti». Con questa dichiarazione uscita dal vertice romano di ieri mattina (16 gennaio) i 5 Stelle hanno sonoramente bocciato qualunque ipotesi di intesa  nelle Marche con il centrosinistra per la corsa alle regionali. Insomma questo matrimonio non s’ha da fare per Di Maio e Toninelli, quindi è corsa da soli o al massimo con movimenti civici. Una notizia che ha suscitato diverse reazioni nel mondo politico e che evidenzia una spaccatura all’interno del Movimento 5 Stelle.

La senatrice marchigiana Donatella Agostinelli aveva infatti commentato attaccando duramente il capogruppo regionale Gianni Maggi per aver tentato la strada di una alleanza «senza alcuna legittimazione».  Un tentativo battezzato dalla Agostinelli come «maldestro e direi quasi da dilettante» tanto da chiedere le sue dimissioni.

Ma Gianni Maggi replica per le rime e alla richiesta di dimissione dichiara: «Si dimetta con me, visto che lei ci governa a Roma con il centrosinistra». Sulla decisione di Di Maio spiega che si adegua, ma chiarisce anche che a suo avviso è dipesa dal fatto che al capo politico è stato presentato uno «scenario apocalittico» di un «conflitto interno deleterio per il Movimento alla vigilia delle elezioni». Poi Maggi ha spiegato di aver dato a Di Maio il numero di telefono di Sauro Longhi affinché non vada persa una «candidatura di spessore» come quella dell’ex rettore.

Diplomatico il senatore del Movimento 5 Stelle, Mauro Coltorti: «Al di là del parere dei singoli quello che conta è il bene del Movimento. Sicuramente all’interno del Movimento c’è chi avrebbe voluto che si discutesse di un eventuale accordo di programma con il Pd. Mettendo sul tavolo punti irrinunciabili del nostro programma si sarebbe forse potuto ottenere sia un cambio di regia all’interno del Pd che il ritorno a una politica sociale più inclusiva ed attenta agli interessi della gente, a partire dalla politica sanitaria distrutta a favore di una privatizzazione selvaggia che come una malattia ha colpito sia regioni a trazione leghista che del Pd. D’altra parte, come è avvenuto in Umbria, molti attivisti avrebbero mal digerito che dopo anni di lotte al malaffare ed alla cattiva politica del Pd ci si alleasse proprio contro quelli che si sono combattuti. Il Movimento ha deciso che si dovrà andare da soli senza accordi con altre forze politiche e personalmente io seguo le decisioni del Movimento. L’unità è l’obiettivo più importante da conseguire».

Non esultano gli altri partiti che appoggiavano una intesa allargata, ovvero Articolo Uno e Verdi. Parla di una notizia che «sembrerebbe abbastanza negativa quanto intempestiva» il coordinatore regionale di Articolo Uno, Massimo Montesi. «La notizia sembrerebbe abbastanza negativa quanto intempestiva. Abbiamo avviato un confronto sui programmi e sulla fase nuova che si è aperta nelle Marche, per dare soluzioni alle questioni che stanno a cuore ai marchigiani. Sarebbe auspicabile continuare su questa strada piuttosto che fare accordi o disaccordi eventuali a roma. Il centrosinistra continui sull’impostazione e la porta deve rimanere aperta. Fase nuova o discontinuità significa alleanza larga e nuova e candidato presidente che sia nuovo e capace di rappresentare tutti e i marchigiani».

«Peccato – commenta il portavoce regionale dei Verdi Adriano Cardogna – perché ho sentito parlare in un paio di occasioni il capogruppo dei 5 Stelle in Consiglio Regionale e mi sono trovato a condividere valori in comune. Credo che il Movimento 5 Stelle, considerando l’esperienza del Governo nazionale, si trovi più a suo agio in un ruolo di opposizione. Ma voglio essere ancora fiducioso per un ripensamento operoso affinché le forze sinceramente democratiche possano insieme innovare le Marche».

Ma alcuni sono convinti che il voto nella rossa Emilia Romagna potrebbe fare la differenza: in caso di uno scarso risultato dei pentastellati che corrono da soli, si potrebbero aprire altri scenari per le Marche con un ritorno in auge dell’intesa con il Pd. Ne è convinto il sindaco di Pesaro Matteo Ricci che sulla sua pagina Facebook ha commentato: «Dopo l’Emilia Romagna sarà un altro film. Stefano Bonaccini batterà Salvini e dimostrerà tutta l’inutilità di una corsa solitaria dei 5 Stelle. Calma e gesso quindi, con i 5 Stelle per le Marche (e non solo), ne riparleremo dopo il 26 gennaio».

Il segretario regionale del Pd Giovanni Gostoli bacchetta la scelta politica del leader dei pentastellati: «La decisione di Di Maio è un grande errore per il Movimento 5 Stelle perché correndo da solo lo condanna all’irrilevanza».

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