Ancona-Osimo

Amministrative di Ancona, un candidato sindaco under 30 dal nuovo movimento civico: «Sport e cultura, eventi e lavoro». Parla il 23enne Battino

Manca ancora l'ufficialità, ma con tutta probabilità sarà lui a correre per lo scranno più alto di Palazzo del popolo: «Marina Dorica sia una cittadella dello sport acquatico, ma non dimentichiamo le frazioni. I bus? Incredibile che non ci siano di notte»

Battino con alcuni componenti di "Ripartiamo dai giovani" (foto gentilmente concessa dall'intervistato)

ANCONA – Amministrative 2023, ad Ancona scende in campo il nuovo soggetto politico “Ripartiamo dai giovani”. Il movimento – formato da ragazze e ragazzi under 30 – era nato lo scorso ottobre, dopo che il fondatore 23enne, Marco Battino, si era speso per portare gli aiuti alle popolazioni senigalliesi colpite dall’alluvione del 15 settembre 2022. Si arricchisce dunque l’offerta elettorale, che fino ad oggi gravitava intorno a Ida Simonella (centrosinistra), Daniele Silvetti (centrodestra) e Altra idea di città.

Il 23enne Marco Battino

Manca ancora l’ufficialità sul nome, ma potrebbe essere proprio Battino a correre per lo scranno più alto di Palazzo del Popolo: «Così nessuno potrà dire di non sapere cosa chiedono i giovani» fa sapere.

Battino, perché si mette in politica?
«Le amministrative non erano nei nostri pensieri, ma in tanti ci hanno chiesto di fare qualcosa per la città. La gente è stanca di promesse non mantenute».

Cos’è Ripartiamo dai giovani?
«Alle comunali sarà una lista civica autonoma e apolitica, lontana dall’eventuale aggressività dei partiti».

E lei sarà il candidato sindaco…
«Questo non posso ancora dirlo, scioglieremo a breve la riserva».

Chi correrà con lei?
«Molte persone competenti: giovani medici, neolaureati in Giurisprudenza, esperti di design e disabilità, artigiani e imprenditori di lungo corso di storiche fabbriche anconetane. Ma anche artigiani, architetti e musicisti: tutti tra i 18 e i 30 anni».

E lei ne ha 23…
«Sì, sono nato il 15 novembre 2000, ad Ancona».

Dove vive?
«Al Piano».

Ecco, il Piano: parliamone.
«Un quartiere che è cambiato molto negli anni. Non mi riferisco alle varie etnie, ma al numero di persone che ci vive. C’è tanta gente e bisogna agire sul fronte sicurezza, con un presidio giornaliero fisso della polizia. Non è vero che va tutto bene, si potrebbe fare di più. Adesso, i vigili ci sono solo per due giorni alla settimana (per 4 ore totali). Occorre far sì che questi agenti siano di supporto alla Polizia di Stato».

Quali i temi a cui tenete di più?
«Cultura, lavoro, sport, ambiente e università. Città e ateneo vivono due esistenze parallele che non si incontrano mai. Gli studenti sono dimenticati, invece per la città sarebbero una ricchezza. E Ancona lo sarebbe per loro. Su 17mila iscritti, solo 1 migliaio risiede qui. Vanno rivisti i rapporti con l’Università politecnica delle Marche per fare finalmente crescere una città che è capoluogo di regione solo sulla carta».

Che Ancona sogna?  
«Un’Ancona educata, la cui identità vada riscoperta: a tal proposito, punteremo su educazione e istruzione. Da una parte, vanno sistemate le svariate scuole in pessime condizioni, e dall’altra va recuperata l’identità locale. La storia può essere spiegata tutta da Ancona e vorremmo organizzare gite (almeno una all’anno) sul territorio, così che gli studenti possano riscoprire le ricchezze nascoste, come l’anfiteatro romano (circondato da erba alta da anni), o la domus del I secolo. In quanti (soprattutto tra i giovani) conoscono queste bellezze?».

E poi?
«E poi c’è l’ambiente. Chiederemo maggior investimenti sui trasporti locali, il cui uso deve essere sostenibile e incentivato, aumentando le corse dei mezzi nel weekend per collegare città e frazioni. È impensabile che dopo la mezzanotte non ci sia più un bus. Ah, un’altra cosa…».

Prego…
«Vorremmo reintrodurre il progetto Piedibus, per andare a scuola a piedi imparando nozioni di educazione stradale. Non si può andare a scuola solo (e sempre) motorizzati».

Non ha ancora parlato di eventi…
«Certo, noi giovani non siamo solo feste e discoteca. Ad ogni modo, stiamo lavorando a un ricco calendario di eventi diffuse. Ad Ancona, mancano iniziative per tutti, non solo per giovani. La soluzione? Eventi più piccoli e fattibili: sia sul lato di sicurezza sia sul lato dei costi».

Sì, ma dove?
«Per esempio nelle frazioni, al Passetto, al porto antico o a piazza Pertini».

Piazza Pertini, una distesa di cemento…
«Sì, va rivista. Sarebbe il luogo ideale per mostre, fiere e dj set».

Lei è stato arbitro di basket…
«Sì, l’ho fatto per 9 anni. Io amo lo sport e ho praticato di tutto. Dallo sci alpino al padel, passando per la pallacanestro e il tennis. Ora che andiamo verso uno stile di vita sedentario, credo che bisogni spingere sullo sport e sui valori che è in grado di trasmettere».

Torniamo al programma elettorale…
«Vorrei che Marina Dorica fosse una cittadella di sport acquatici, in una città fulcro di manifestazioni (inter)nazionali. Gli spazi li abbiamo (vedi il Palaindoor) e c’è da accelerare. Lo sport richiama gente e la gente porta introiti: si chiama turismo sostenibile».

Cosa fa Marco Battino oggi?
«Dopo la laurea in Economia e commercio all’Università politecnica delle Marche, ho aperto la partita Iva e sono consulente aziendale. Intanto, studio per la magistrale in economia e management (con specializzazione in marketing)».

E nel tempo libero?
«Ho mille interessi (ride, ndr). Leggo, vado a correre e gioco a beach volley. In passato, ho fatto l’animatore all’oratorio dei Salesiani. Poi, ascolto musica o vado al campetto».

Quale dei tanti?
«Mah, quelli nella mia zona. Che poi a dire il vero andrebbero ripensati tutti, perché in molti – a partire da quello del Dorico – sono malmessi e mancano i canestri. I campetti andrebbero valorizzati, sono un beneficio per i giovani».

Che musica ascolta?
«Mi piace il cantautorato italiano e specialmente Fabrizio De Andrè».

La colonna sonora della sua campagna elettorale?
«Volevamo solo essere felici, di Francesco Gabbani: un singolo stupendo».

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