Pesaro

Alluvione, è polemica sulle procedure per ottenere i fondi

I consiglieri Biancani e Vitri sottolineano che a Cantiano ci sono due dipendenti per gestire 273 domande di rimborso

I danni a Cantiano

PESARO – Alluvione, via ai decreti di liquidazione. Ma arrivano le prime polemiche perché le risorse sarebbero poche e le procedure molte.

Lo sostengono il Vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani e la consigliera regionale Micaela Vitri (Pd), dopo il trasferimento dei primi 22,5 milioni di euro ai Comuni colpiti dall’alluvione dello scorso settembre. 

«Purtroppo – affermano – alle amministrazioni comunali, già in difficoltà per la gestione della fase post-alluvione, vengono richiesti ulteriori adempimenti per rendere fruibili i contributi a cittadini e aziende. La conseguenza, dopo sei mesi, è quella di allungare ancora di più i tempi e di paralizzare i Comuni, sui quali, tra l’altro, grava in aprile anche la scadenza del bilancio di previsione. I sindaci, soprattutto dei centri più piccoli, sono preoccupati perché hanno strutture tecniche ridotte, con poco personale, rischiano il collasso della gestione amministrativa e di non riuscire a dare i contributi attesi dai cittadini e dalle imprese».  

Il Comune di Cantiano, ad esempio, tra i più colpiti, deve gestire con due dipendenti 273 domande, 213 di privati e 60 di aziende.

«Piuttosto che prevedere procedure snelle, magari coordinando un tavolo regionale dove definire un protocollo unico, viene delegata ai Comuni l’istruzione di pratiche laboriose, con la presentazione di fatture, pagamenti e perizie giurate.  Un lavoro enorme per la rendicontazione, come sostengono anche le associazioni di categoria delle imprese, che, fanno presente di aver già compilato un modulo di circa 20 pagine sui danni subito, con allegata documentazione fotografica.  Il commissario avrebbe dovuto creare una struttura tecnico-amministrativa per semplificare le procedure, ma soprattutto per affiancare i Comuni, i cittadini e le imprese nella rendicontazione dei danni e degli interventi, sul modello dell’Ufficio per la ricostruzione delle aree colpite dal sisma. Serve una semplificazione per rendere immediatamente accessibili questi primi ristori ed eventualmente richiedere una certificazione delle spese sostenute nella seconda fase». 

I consiglieri raccomandano la proporzionalità degli indennizzi in base ai danni.

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