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Allarme grandine, Coldiretti: «Campagne bombardate»

Più colpite le province di Pesaro Urbino, Macerata e Ascoli. Colture distrutte, smottamenti, alberi caduti e campi allagati

ANCONA – Colture distrutte, smottamenti, alberi caduti e campi allagati dopo l’ondata di maltempo che ha investito le Marche nelle ultime ore. Con il fenomeno più temuto, la grandine, che nel tardo pomeriggio di ieri ha bombardato le province di Pesaro Urbino, Macerata e Ascoli. Coldiretti Pesaro Urbino ha registrato danni irreversibili su vigne,
grano, girasole, mais, frutteti in zona Tavernelle di Pesaro, Carignano di Fano, a Mombaroccio e Vallefoglia. A Cartoceto sono stati segnalati smottamenti. La grandine è arrivata dopo giorni di piogge che quest’anno, a differenza di altre aree del Paese, non sono mancate.

«Stiamo andando a verificare i danni che, dove la grandine ha colpito, sono senza appello – spiega Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti PU – soprattutto in questa fase stagionale quando le piante vengono danneggiate in modo tale da impedirne il futuro sviluppo».

Tra Grottammare e Ripatransone è stata colpita la zona dei vivai. «Flagellato l’alloro, l’oleandro ma è partita la conta dei danni anche per quel che riguarda i vigneti che abbiamo in quella zona – precisa Francesco Goffredo, direttore di Coldiretti Ascoli Fermo – e siamo in contatto con i due Comuni per la richiesta dello stato di calamità. Questa mattina le imprese sono impegnate nel tentativo di cicatrizzare le ferite sulle piante. Nell’areale dove la grandine ha colpito maggiormente, si stimano danni anche del 50% della produzione. Danni meno rilevanti anche su grano, orzo e favino».

Danni ingenti anche a Monte San Martino (Macerata) su frutta, vigne. «L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne».

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