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All’agricoltura non piacciono i voucher

Coldiretti evidenzia che l’impiego dei voucher nelle campagne marchigiane è stato pari ad appena lo 0,8% del totale. «Servono nuovi strumenti»

La Vallesina

ANCONA – L’impiego dei voucher nelle campagne marchigiane è stato pari ad appena lo 0,8% del totale, sugli stessi livelli del 2010. Lo fa sapere Coldiretti. «Questo accade – si spiega – perché è l’unico settore rimasto praticamente “incatenato” all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni: solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti e percettori di integrazioni al reddito».

È quanto afferma l’associazione di categoria sulla base dei dati dell’Osservatorio sul lavoro accessorio pubblicato dall’Inps, secondo il quale nel 2016 sono stati venduti nelle Marche 5.670.539 buoni per il lavoro accessorio con una crescita del 19% sul 2015. In agricoltura sono stati venduti nel 2016 solo 50.487 voucher, addirittura in calo rispetto all’anno precedente e più o meno gli stessi del 2011, aiutando ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti anziani pensionati nelle campagne senza gli abusi che si sono verificati in altri settori.

L’abrogazione, precisa la Coldiretti, «fa perdere opportunità di lavoro a giovani studenti, pensionati e cassa integrati impiegati nelle attività stagionali in campagna dove peraltro con l’arrivo della primavera sono iniziati i lavori. Occorre ora individuare una valida alternativa perché, con lo stop ai voucher, il sistema agricolo è stato doppiamente penalizzato. Se da una parte nei campi non si riscontravano indizi di abnorme e fraudolento utilizzo da dover correggere, dall’altra certamente l’intero percorso di emersione intrapreso dal 2008 ad oggi rischia, in assenza di interventi adeguati, di andare perduto. Diviene dunque indispensabile costruire ex-novo uno strumento che possa rispondere alle stesse esigenze delle imprese e dei lavoratori».

Urge insomma uno strumento che, al pari del voucher, «semplifichi la burocrazia per l’impresa, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito per giovani studenti, pensionati e cassa integrati in quadro compiuto di garanzie soprattutto assicurative».

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