Attualità

Alla Caritas diocesana sempre più italiani, fabrianesi compresi

Sempre più italiani si rivolgono alla Caritas in cerca di aiuto economico e ascolto. Il presidente della Caritas di Fabriano, fotografa la situazione, aggravata dal terremoto.

Edmondo Ercolani e alcuni volontari della Caritas diocesana

FABRIANO – «La situazione è drammatica e con il terremoto, se fosse possibile, si è aggravata ancora di più». Non utilizza giri di parole il presidente della Caritas diocesana, Edmondo Ercolani, per raccontare il dilagante fenomeno delle nuove povertà che sta attanagliando il fabrianese dal 2008 ad oggi. Da quando, cioè, si è manifestata la crisi economica. «Complessivamente seguiamo 3.500 persone nella diocesi Fabriano-Matelica. Molti sono immigrati che non trovano più spazio nel mondo del lavoro, ma anche tanti italiani» ha aggiunto il presidente, «i nostri cittadini sono in aumento costante in questi ultimi anni. La povertà assoluta non era neppure immaginabile a Fabriano, eppure ora è una realtà per tantissime persone. In particolare, i giovani sono i nuovi poveri, perché faticano a trovare lavoro e sono scoraggiati».

Volontari Caritas diocesana di Fabriano

Negli ultimi tempi, infatti, si sta assistendo ad un fenomeno nuovo per questo comprensorio. «Chi può sta andando via, in primis gli stranieri. Ma, invece di diminuire, il nostro carico di lavoro è aumentato. E questo perché sono tanti gli italiani, fabrianesi compresi, che ricorrono al nostro aiuto. Anche solo per poter parlare con i nostri volontari nei centri di ascolto».

Ad aggravare questa situazione, anche l’emergenza sisma che dal 24 agosto scorso ha interessato anche il fabrianese. «Con il terremoto il lavoro è cresciuto ancora: tante le difficoltà oggettive, vista la parziale inagibilità dei nostri locali a Fabriano, Cerreto e Matelica. Stiamo lavorando con molta difficoltà. Tante le richieste per generi alimentari ed indumenti, sia per via della crisi che del terremoto. Siamo riusciti a soddisfarle grazie alla Caritas italiana e al lavoro delle nostre vicarie. Effettuati centri di raccolta a Fabriano, Matelica, Cerreto e uno a Sassoferato-Genga».

Cesto distribuito per Natale

Prima distribuzione di generi alimentari ed indumenti, poi l’ascolto. «Essere fra la gente nei momenti di disagio è un nostro scopo per alleviare i traumi. Sono tanti che vogliono solo essere ascoltati, consolati, aiutati psicologicamente. Anche questa è una forma di povertà che andrebbe maggiormente curata» evidenzia Ercolani. «Molte persone ci chiedono i pagamenti delle utenze e degli affitti. Ci sono tante persone che rischiano di andare a vivere per strada entro breve. Sono spaventate e vanno sostenute con tutti i mezzi».

Le prospettive per il nuovo anno non sono delle migliori. «Ancora ci saranno gli ammortizzatori sociali a sostenere un minimo di reddito per il 2017, ma nel 2018 andranno in scadenza anche queste forme assistenziali e siamo fortemente preoccupati: il trend è sempre in salita dal 2008 a oggi. Bisogna dare prospettive, nuove forme di economia. Ora c’è solo la desolazione e lo scoraggiamento».

La solidarietà è ancora radicata in questo territorio. «Agli appelli della Caritas c’è sempre risposta da chi ha di più. Non come in passato, ma sono tanti i privati e le aziende che non rimangono sordi alle nostre richieste» ha confermato il responsabile della sezione diocesana della Caritas, ricordando l’importanza della collaborazione fra associazioni «Ad esempio, con l’associazione Il Quadrifoglio, che gestisce la San Vincenzo De’ Paoli, abbiamo concordato che fino ad aprile 2017 saremo noi a fornire il latte. Siamo sempre pronti ad ascoltare ed assistere, non ci tiriamo mai indietro»

Nel 2017, vista anche l’attuale inagibilità parziale della sede di largo Fratelli Spacca, si sta pensando a una nuova sede. «Non sappiamo ancora quando, ma potremmo spostarci in via Delle Fontanelle. Ci sono da fare lavori di messa in sicurezza, attraverso fondi Cei. Traslocando – conclude Ercolani – avremmo anche a disposizione più spazio dove poter allargare le nostre attività come centro di ascolto».

Ti potrebbero interessare