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Aggressione al Sert di Macerata, patteggia due anni il 36enne: «Ero esasperato»

Dopo l'episodio compiuto dal giovane nell'impossibilità di un collocamento, il direttore Gianni Giuli ha affidato a Facebook il suo ringraziamento a quanti gli sono stati vicini

Il tribunale di Macerata

MACERATA – «Ho agito perché esasperato dalla mia situazione». Due anni agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Ha patteggiato il 36enne di San Severino Marche responsabile ieri (25 novembre) dell’aggressione a Macerata del direttore del Sert. La misura cautelare è stata stabilita dal giudice Barbara Cortigiano che questa mattina (26 novembre) ha ascoltato il giovane durante l’udienza di convalida dell’arresto. Il 36enne di San Severino, nella mattinata di ieri è entrato all’interno del Sert di Macerata e ha aggredito il direttore Gianni Giuli.

Oggi, al tribunale di Macerata, ha patteggiato a due anni agli arresti domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico. «Ha agito perché esasperato dalla situazione che stava vivendo» ha riferito il legale Barbara Recanati. Il 36enne, che vive da solo e si dice pentito di quanto accaduto, ha riferito al giudice di aver compiuto l’estremo gesto dell’aggressione «dopo l’ennesima porta chiusa in faccia e nel disperato tentativo di trovare un collocamento nella società». L’uomo ha inoltre spiegato di aver portato con sé il martello ma di aver «colpito il direttore Giuli con dei pugni in testa».

Qualche ora prima della decisione del giudice del tribunale di Macerata, il direttore Giuli aveva affidato a Facebook il suo ringraziamento per tutte le persone che gli hanno dimostrato affetto e vicinanza in occasione dell’aggressione. «Uso questo post per ringraziare tutti quelli che mi sono vicino, sento questo affetto presente che mi darà la forza di procedere nel mio lavoro – si legge nel canale social -. Ho rischiato la mia vita e oggi ne sono consapevole più di ieri. Ringrazio Luciana.. la mia caposala che ha avuto il coraggio di difendermi a rischio della propria vita e spero che quello che mi è accaduto sia l’inizio di un cambiamento e di una presa di responsabilità politica sulle problematiche della salute mentale. Mi conoscete io porterò avanti questa lotta per tutti gli operatori che sono impegnati in questo lavoro».

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