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«Adoro lavorare con le altre donne»

Laura Trappetti, fabrianese di adozione, si racconta a cuore aperto per la Festa della donna: le discriminazioni subite, ma anche la solidarietà tutta al femminile, convinta che alla fine saranno le donne a fare la differenza

Laura Trappetti

FABRIANO – L’artista, perché tale è, Laura Trappetti ha sempre fatto della schiettezza e della coerenza, il suo maggior tratto distintivo. Se per lavoro, interpreta. La vita, invece, ha deciso di affrontarla a viso aperto. Laura è fabrianese di adozione da oltre vent’anni ed è, appunto, una professionista del Teatro. Svolge la sua attività di regista, educatrice e formatrice in prevalenza nelle Marche. Per molti anni ha avuto ruoli organizzativi al Teatro Gentile con la Compagnia della Rancia prima e con il Teatro Stabile delle Marche in seguito. Autrice di testi teatrali, scrive anche per diletto. Con la sua associazione Bagatto Percorsi Creativi organizza oltre che corsi e spettacoli, anche presentazioni e incontri letterari.

Laura e il Premio Mazzella

Laura, ci dica le tre donne che sono un esempio per lei?
«Faccio fatica a restringere il campo, molte donne anche comuni per me sono fonte di ispirazione. Limitandomi al campo artistico senz’altro Ariane Mmouchkine del Theatre du Soleil per il talento e l’idea di Teatro come creazione collettiva, Pina Bausch per il rigore nel trasformare il gesto e il corpo in arte e la grande attrice italiana Lucilla Morlacchi mia indimenticabile amica e maestra».

Laura – Premio Enriquez

L’essere donna a Fabriano e in Italia, è facile o complicato?
«Essere donne in Italia è molto difficile: violenza, stereotipi, la crisi economica che morde e più che mai le donne, servizi sociali insufficienti. Oggi sembra persino peggio che nei decenni scorsi: le donne appaiono meno organizzate sul piano politico. Definirsi femministe oggi è quasi una vergogna. Io credo che ce ne sarebbe ancora bisogno. Fabriano è una città conformista, poco votata alla cultura e all’apertura mentale. Questo certamente soffoca sia le donne che gli uomini».

Laura

In che occasione si è sentita discriminata nel suo ambito?
«Il Teatro è quasi completamente di dominio maschile. Chi ci lavora, lo frequenta o lo pratica sono in maggioranza donne, ma i direttori artistici, di compagnia, di scuole nazionali o teatri sono per lo più uomini. Io sono una regista e le donne registe di fama in Italia si contano sulla punta delle dita. Si parla spesso di teatro femminile, come se non potesse essere definito semplicemente Teatro. Più che sentirmi discriminata, ne sono consapevole cercando di fare la mia strada come persona».

Laura Trappetti al Teatro Gentile

Esiste la solidarietà fra le donne? È vero che il peggior nemico delle donne sono le donne?
«Sì esiste. La solidarietà esiste fra coloro che sanno mettere la collaborazione, il rispetto, il sostegno a chi è in difficoltà, prima delle proprie insicurezze, dell’ambizione sfrenata, della competizione. Quando incontro persone così che sono anche donne e hanno in comune con me tanti aspetti della vita e del sentire, è fantastico. Adoro lavorare con le altre donne, sono affidabili, attente, rigorose, preparate. Siamo nemiche di noi stesse quando non ce ne rendiamo conto».

Laura in Slovenia

Un messaggio alle donne del futuro?
«Le donne del futuro devono fare tesoro dell’esperienza e dell’eccellenza che stanno dimostrando le attuali in alcuni settori apparentemente residuali a cui gli uomini finora si sono interessati meno: l’educazione, la cura, l’ambientalismo, l’innovazione sociale, la cooperazione. Credo che sia proprio su questi temi che si giocherà il futuro dell’umanità intera e sono convinta che le donne faranno la differenza».

In scena