Pesaro

Addio Marche Nord, Ricci: «La Regione ha un pregiudizio insopportabile su Pesaro»

Anche il primo cittadino attacca la Regione per la scelta di inglobare l'azienda ospedaliera nelle Ast provinciali. «Tagliare significa far aumentare la mobilità passiva»

Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci

PESARO – Addio Marche Nord, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci attacca la Regione: «C’è un pregiudizio insopportabile su Pesaro». Dopo Biancani, anche il primo cittadino commenta la riforma sanitaria che ingloba l’azienda ospedaliera nelle Ast provinciali.

«La mobilità passiva esplode, i cittadini di Pesaro e Urbino vanno sempre più a curarsi in Emilia Romagna e che fa la Regione Marche? Taglia l’azienda ospedaliera Marche nord, riducendo la capacità di attrarre eccellenze e togliendo di fatto risorse alla sanità del territorio. C’è un pregiudizio anti Pesaro e Urbino insopportabile.

Lo abbiamo già visto sulla ferrovia. Invece di esultare per un risultato storico hanno cercato invano di ostacolare il più grande investimento infrastrutturale solo perché, in partenza, riguarda particolarmente Pesaro e Fano. Stanno cercando con un atto illegittimo di occupare il Parco San Bartolo. E ora sulla nostra sanità, già in difficoltà, un taglio intollerabile».

Ricci promette: «Daremo battaglia, già dal prossimo consiglio comunale e coinvolgeremo le città e la provincia; ma è bene che tutti i marchigiani capiscano che, se non si riduce la mobilità passiva, continueranno a pagare con le loro tasse la sanità dell’Emilia Romagna e della Lombardia per curare i pesaresi. Le domande a questo punto, dopo due anni, sono semplici: a questa giunta interessa la provincia di Pesaro e Urbino o pensano che sia in un’altra Regione? Hanno una visione regionale dello sviluppo sociale o pensano di continuare far leva sui campanilismi frammentando una Regione già piccola e poco competitiva?

Dopo due anni il rodaggio è più che finito, e la macchina è imballata e sta andando fuori strada. Invito il Presidente Francesco Acquaroli ad aggiustare urgentemente il tiro, ascoltando di più i sindaci, e meno assessori non all’altezza della fase storica ricca di opportunità ma piena di insidie».

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