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Il maltempo frena la produzione dell’olio: meno 40% nelle Marche

Le nevicate invernali, le temperature sotto zero e i temporali estivi accompagnati a volte anche da violente grandinate, hanno compromesso la raccolta dell’oliva sia nelle aree marine che collinari. Sono previste 3.272 tonnellate contro le 5.453 del 2017

I danni del maltempo sull'ulivo (Foto: Cna)

ANCONA- Sarà un’annata difficile per l’olio marchigiano. Le nevicate invernali, le temperature sotto zero e i forti temporali estivi accompagnati a volte anche da violente grandinate, hanno compromesso la raccolta dell’oliva sia nelle aree marine che collinari. Le piante sono state colpite proprio nella loro fase vegetativa decimando il raccolto: sono previste 3.272 tonnellate contro le 5.453 del 2017. Il calo della produzione è di circa il 40-50%.

«Questa è una brutta annata. Per alcune varietà di olive marchigiane come ad esempio la Raggia il danno può arrivare anche al 90%; per il Frantoio all’80%. Per altre varietà come la Mignola, la Rosciola Colli Esini, il Leccino e l’Orbetana il danno è circa del 50%. Più si va verso l’interno come Sassoferrato e Arcevia più il danno aumenta- spiega Lorenzo Moscio, produttore e frantoiano di San Marcello-. Il 2017 è stato un anno record come quantità e qualità. Sono 25 anni che faccio il frantoiano e non mi era mai capitata un’annata così».

Sig. Moscio da che cosa dipende la qualità dell’olio?
«Dipende da una buona estate. Le olive sono un prodotto del sud, vogliono il caldo non il freddo. L’ulivo è una pianta sempre verde. Il freddo congela la linfa e provoca la rottura della parte esterna del ramo, le foglie cadono e la pianta si secca. Una parte del raccolto è compromessa anche per il prossimo anno. Alcuni miei clienti devono tagliare il tronco della pianta per farla riformare. A risentire maggiormente del freddo sono gli ulivi giovani, resistono meglio i secolari».

Oltre alla quantità, anche la qualità delle olive è compromessa?
«La qualità non è pregiudicata perché gli agricoltori raccolgono le olive e le consegnano al frantoio. Ormai tutti sono dotati di macchinari per togliere rami ecc…».

Che cosa comporta la minore produzione di olio?
«Io ho anche un’azienda agricola e mi mancano quintali di olive. Ciò significa dare anche meno lavoro al personale».

Ramo rovinato sal maltempo
(Foto: Cna)

L’Olio extravergine di oliva delle Marche, Dop e Igp, è considerato per qualità e caratteristiche organolettiche, uno dei migliori d’Italia e rappresenta l’1% della produzione nazionale. Dell’Olio marchigiano si è discusso al Villaggio Coldiretti di Roma. Secondo un’elaborazione dell’associazione su stima Ismea, nella nostra regione, è previsto un calo di produzione di circa il 40%. Il meteo altalenante ha però impedito gli attacchi della mosca olearia e questo significa che l’olio marchigiano sarà di qualità elevatissima. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, le aziende olivicole nelle Marche sono circa 22 mila su una superficie di circa 10 mila ettari di oliveti, di cui 2.562 votati alla produzione biologica (+13% rispetto all’anno precedente). In generale è tutta la produzione italiana in calo (-38%). Per il settore, l’Unaprol ha chiesto il rifinanziamento del piano olivicolo nazionale (Pon).

«Un’esigenza – dicono da Coldiretti Marche – per recuperare il deficit italiano con il piano che prevede di aumentare nei prossimi 4 anni la superficie coltivata da poco più di un milione di ettari a 1,8 milioni di ettari, anche con l’incremento delle aree irrigue con tecniche innovative di risparmio idrico. Si tratta di potenziare una filiera che, nelle Marche, può contare su oltre 20 varietà di olive autoctone, un grande tesoro di biodiversità da tutelare e promuovere».

Molto preoccupato per la situazione il coordinamento della Cna Agroalimentare di Ancona. «Gli stessi frantoi hanno già calcolato approssimativamente un calo medio del 50% del lavoro di trasformazione, tanto che nelle giovani imprese sarà difficile, addirittura, coprire le rate dei mutui o le spese vive, causando un arresto nell’apertura di nuove imprese o una lievitazione dei prezzi della molitura – afferma Anna Elisabetta Fenucci del coordinamento Cna Agroalimentare territoriale di Ancona – Ciò potrebbe costringere i produttori di nocciolino e loro semilavorati ad acquistare il prodotto da altre regioni o addirittura all’estero. Reazioni anche negli agriturismi che, potendo utilizzare solo prodotti della propria azienda o di altre aziende agricole, si troveranno davanti grosse difficoltà  soprattutto se usano solo olio Evo IGP MARCHE».

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