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8 marzo: «Riprendiamoci la festa della donna. Sia lo stimolo per uguaglianza, rispetto e dignità»

Differenze nelle retribuzioni rispetto ai colleghi uomini, mancata valorizzazione del talento femminile: serve un cambiamento prima di tutto culturale secondo le responsabili di Cgil, Cisl e Uil delle Marche

ANCONA – Si riaccende il dibattito sulla condizione femminile, in occasione della festa della donna. L’8 marzo è una data che da sempre è ricca di significato, sia sociale che storico e, da alcuni anni a questa parte, se ne parla anche in termini occupazionali ed economici. Proprio su questo puntano le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.

Le rappresentanti delle tre sigle sindacali – Daniela Barbaresi, Cgil; Cristiana Ilari, Cisl; Claudia Mazzucchelli, Uil – partono dai dati nelle Marche per suscitare una riflessione sulla condizione lavorativa della donna.
«Nelle Marche – spiegano le tre responsabili sindacali snocciolandoli – i numeri parlano chiaro: 7.100 sono gli euro di differenza nelle retribuzioni lorde annue tra donne e uomini nel 2016 nelle Marche; 801 sono le lavoratrici dipendenti che nel 2016 hanno lasciato il lavoro alla nascita di un figlio, andando a convalidare le dimissioni alla DTL; 36.000 sono le donne in cerca di occupazione nel 2015 nelle Marche, il doppio rispetto a 10 anni fa».

Sono numeri che ribadiscono quanto sia necessaria un’azione che abbracci più settori: l’ambito legislativo, quello politico, economico, contrattuale. Ma il cambiamento deve essere soprattutto culturale: «Non ci sarà vero sviluppo senza parità e pieno riconoscimento del valore della donna».

parità tra uomo e donna
parità tra uomo e donna

Lotta alle discriminazioni e raggiungimento della parità sia in termini lavorativi che sociali significa andare oltre la rivendicazione di ciò che ancora oggi manca, significa puntare sulla valorizzazione della donna e del talento femminile.
Riflessione questa che dovrebbe far muovere le coscienze di tutti ma in particolar modo quelle delle donne perché «si riprendano l’8 marzo per farlo tornare ad essere una grande giornata del lavoro, dell’uguaglianza, della dignità e del rispetto delle donne».

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