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21 dicembre: il Solstizio d’inverno e la grande congiunzione di Giove e Saturno

L'influenza sul calendario, sulle stagioni e i culti solari. Dagli antichi Caldei a oggi il mistero del solstizio tra astronomia e simbolismo

Il solstizio d’inverno non solo rappresenta l’inizio della stagione fredda, ma è anche un evento ricco di significati simbolici che le popolazioni antiche erano solite festeggiare. Il termine solstizio deriva dal latino e significa “sole fermo”. In occasione del solstizio d’inverno, infatti, il sole smette di calare rispetto all’equatore celeste, per poi invertire il suo cammino e ricominciare a regalare più ore di luce.

Arriva anche a toccare il punto più basso all’orizzonte: a mezzogiorno la sua altezza è minima rispetto al resto dell’anno. Al contrario di quanto si possa pensare, si trova nel punto maggiormente vicino alla Terra, solo che i suoi raggi arrivano molto inclinati ed è per questo che fa più freddo.

Il solstizio però non sempre cade il 21 dicembre, infatti ritarda ogni anno di circa 6 ore rispetto all’anno precedente (più precisamente 5h 48min 46s), ma questo perché l’anno solare non è esattamente di 365 giorni, ma di 365 giorni 5h, 48m, 45s, facendoci “perdere” di fatto circa 6 ore all’anno. Per questo il solstizio di inverno può capitare anche il 22 dicembre. Il tutto si riallinea forzosamente ogni quattro anni in corrispondenza dell’anno bisestile, come questo 2020, introdotto proprio per evitare di “perdere troppi giorni” rispetto al calendario (un giorno in più ogni 4 anni corrisponde esattamente alle 24 ore perse nei quattro anni stessi).

LA GRANDE CONGIUNZONE DI GIOVE E SATURNO

La grande novità di quest’anno è che in questo solstizio potremo assistere a un evento molto raro: la grande congiunzione. Sfogliando l’enciclopedia apprendiamo che in cielo si ha una congiunzione quando due astri sembrano avvicinarsi tra loro, anche se nella realtà distano decine di migliaia di anni luce. La grande congiunzione avverrà tra i due più grandi pianeti del sistema solare: il signore degli anelli, Saturno, e il gigante gassoso, Giove.

In questi mesi forse vi sarete accorti che i due si stanno avvicinando sempre più, questo perché il gigante “corre” più veloce del Signore degli Anelli e a dicembre lo raggiungerà per poi sorpassarlo. Ebbene, il 21 dicembre si troveranno quindi praticamente attaccati, come a vedere un’unica luce, un unico pianeta molto luminoso. Un evento straordinario in quanto, come ha riferito in una dichiarazione pubblicata dalla Rice University l’astronomo Patrick Hartigan, è dal 1226 che Giove e Saturno non si troveranno così vicini tra loro, in pratica da quasi 800 anni.
Nel 1614 l’astronomo tedesco Keplero riferì che la “stella o cometa di Betlemme” avrebbe potuto essere una abbagliante congiunzione tra Giove e Saturno con la complicità di Venere.

ALCUNI CENNI SUL CULTO SOLARE: DAI CALDEI AI GIORNI D’OGGI

Il significato dei solstizi d’estate e d’inverno, la loro relazione con la precessione dell’asse terrestre, la conseguente influenza sul calendario e sull’alternarsi delle stagioni e i suoi collegamenti con i culti solari. Questi temi hanno godute di particolare importanza fin dall’antichità, sia perché erano date che regolavano la semina e raccolti in agricoltura, sia perché a queste date sono stati attribuiti significati esoterici: i collegamenti dei Solstizi a i culti solari e in particolare al culto del dio Mitra, derivante dalla tradizione indo-iranica di Ahura Mazda, che in età precristiana viene rappresentato nell’atto di uccidere il toro senza mai guardarlo.

Un particolare che suggerisce come probabilmente i Caldei fossero a conoscenza della fine dell’età del Toro e dell’inizio dell’era dei Pesci, che sappiamo oggi essere simboleggiata dall’avvento di Gesù. Particolarmente affascinanti le corrispondenze tra i solstizi e le tra-dizioni antiche. Gli egiziani rappresentavano le fasi solari con gli dei Horus, Ra e Aton, sopravvissuti al tentativo monoteista del faraone Akenaton, padre del più famoso Tutankamon. Successivamente il solstizio d’inverno al tempo dei romani era celebrato come Sol Invictus, il sole invincibile che, quando è partorito da una vergine il 25 dicembre, giorno in cui il sole ricomincia il proprio cammino verso l’estate, prende sembianza umana. Con Concilio di Nicea del 325 d.c. il cristianesimo divenne l’unica religione dell’impero, sostituendo sincreticamente le divinità preesistenti con i nuovi santi: Gesù prese il posto di Mitra, S. Cristoforo sostituì il dio egiziano Anubi, S. Caterina di Alessandria sostituì Ipazia e così via. È per questo che il 25 dicembre da una vergine sono nate divinità storicamente differenti tra loro come Horus, Mitra e Gesù.

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