Ascoli Piceno-Fermo

Zone gialle-arancioni, dalle Marche al Lazio c’è un unico passaggio

L'unica via che unisce le due regioni è quella che passa per le zone colpite dal terremoto del 2016. Il sindaco di Arquata del Tronto racconta la situazione

Trisungo Arquata del Tronto
Uno scorcio di Trisungo e Arquata del Tronto

ANCONA – L’adozione governativa delle zone rosse, arancioni e gialle ha rivoluzionato il flusso tra le regioni italiane. Almeno fino alla scadenza dell’attuale Dpcm prevista per il 3/12. Paradossale il caso delle Marche, zona gialla, circondata da tre zone arancioni (Toscana, Umbria e Abruzzo) e da due zone gialle (Emilia Romagna e Lazio). Ecco, concentrandosi proprio sul Lazio, il tratto che unisce le due regioni è un tratto molto piccolo ma, allo stesso tempo, molto significativo.

Se un qualsiasi marchigiano volesse andare a Roma, senza passare per le zone arancioni, è praticamente costretto ad attraversare il tratto di Salaria che unisce le province di Ascoli Piceno e Rieti. Quel tratto martoriato dal sisma del 2016-2017 che attraversa i comuni di Arquata del Tronto, Trisungo, Pescara del Tronto, Accumuli e Grisciano. Una strada, come detto, significativa che rievoca ricordi non certo lieti.

A questo proposito il sindaco di Arquata del Tronto Alejandro Petrucci ha espresso il suo punto di vista, anche in relazione a questo “passaggio” creato dalle zone gialle e arancioni: «Stiamo risolvendo proprio in queste ore gli ultimi problemi burocratici. Parliamo ovviamente di pochi chilometri ma la burocrazia è sempre complicata da affrontare. La nostra situazione è in fase di stallo, c’è voglia di ricostruire dal 2016 ma anche la necessità di darci una mossa. Proprio ieri in videoconferenza ci siamo sentiti con gli altri paesi per una strategia comune».

Dialogo aperto anche con la Regione Marche del neo Governatore Francesco Acquaroli ma il cammino è ancora lungo: «Ci sentiamo ma loro sono all’inizio. C’è comunque la volontà di aiutarsi e questo è positivo».

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