Ascoli Piceno-Fermo

Tracollo elettorale del Pd a San Benedetto: Ricci accusa gli ex sindaci

Per il dirigente e sindaco di Pesaro è stato un errore madornale non appoggiare Francesca Pulcini come candidato unitario del centrosinistra e cinquestelle. Chiesto il Commissariamento della sezione

Il municipio di San Benedetto

ASCOLI – Un putiferio politico mai visto prima. Pari solo alla misura della sconfitta elettorale del centrosinistra al primo turno delle elezioni comunali di San Benedetto. Una sconfitta che per il Partito Democratico è un mezzo disastro, con il la lista che ha ottenuto appena il 7,75% dei voti, mentre la candidata espressa dai Dem e da Articolo Uno e Nos, Aurora Bottiglieri, ha preso il 15,75%, arrivando addirittura al quarto posto in graduatoria. Una debacle che ha fatto scattare l’allarme nei vertici regionali e nazionali del partito, in un contesto di elezioni amministrative che in Italia hanno visto un recupero dei Democratici in città grandi e piccole.

Ricci contro Gaspari e Perazzoli

Ad attaccare senza mezzi termini la gestione locale della campagna per il rinnovo del consiglio comunale di San Benedetto, è il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, dirigente del Pd. Ricci, come già fatto prima delle votazioni dal candidato Cinquestelle Serafino Angelini, non ci gira attorno e accusa i vecchi amministratori pubblici della città picena. «Il Pd ha perso per colpa dei personalismi e delle divisioni degli ex sindaci Paolo Perazzoli e Giovanni Gaspari», dice. Più chiaro di così, davvero non si può. Spiega ancora Ricci: «Il centrosinistra ha vinto in quasi tutta Italia, ma nella città della Riviera delle Palme si è dovuto assistere a questa debacle: tutto a causa dei rancori dei due ex sindaci che hanno spaccato il fronte progressista e non hanno permesso accordi con nessuno».

Matteo Ricci

Il mancato accordo per la candidatura di Francesca Pulcini

E qui il sindaco di Pesaro ricorda forse l’ultimo ma più importante tentativo di trovare un’intesa allargata per superare le divisioni tra i tre candidati in campo. «Con il senatore Cinquestelle Giorgio Fede avevamo individuato una soluzione esterna, indicando come candidata unica dell’area progressista Francesca Pulcini, una donna giovane e dinamica che sarebbe stato un passo in avanti per San Benedetto. Ma invece la proposta non è stata accolta, ed oggi ci ritroviamo con il Pd al 7%: un errore madornale che si è pagato alle elezioni».

Chiesto il Commissariamento della sezione

Da tutto questo va da sè che Ricci chiede ora il commissariamento della sezione locale del suo partito, reo di non aver ascoltato nè la segreteria regionale e neppure quella nazionale.

Insomma, per il Pd e il centrosinistra tutto di San Benedetto, ora si è all’anno zero, e si deve ricominciare da capo. All’orizzonte la possibilità concreta che Pasqualino Piunti – esperto amministratore e politico capace di unire invece tutto il centrodestra – svolga il secondo mandato amministrativo nel caso vincesse il ballottaggio contro Antonio Spazzafumo. Ma altri cinque anni di riflessione dovrebbero bastare ai Democratici e a tutte le sinistre della città per capire quali errori sono stati compiuti e da dove ripartire per tornare in futuro a conquistare il Comune.

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