Ascoli Piceno-Fermo

Tennista paralimpico, avvocato e papà: chi era Silvestrone, morto ieri con i suoi due figli in A14

Intanto si riaccende la polemica sulla pericolosità di quel tratto, interessato dai lavori. Ameli: «Perchè nessuno fa niente?»

L'incidente in A14 in cui hanno perso la vita Andrea Silvestrone e i suoi due figli

ASCOLI – La morte del tennista paralimpico Andrea Silvestrone e di due dei suoi tre figli, avvenuta ieri a causa del drammatico incidente accaduto in A14, nella galleria Castello che si trova tra Grottammare e Pedaso, ha sconvolto tutti. L’uomo, 49enne, era molto conosciuto a livello nazionale proprio grazie ai suoi meriti sportivi, che era riuscito a raggiungere nonostante ormai da sedici anni fosse costretto a vivere su una sedia a rotelle per colpa della sclerosi multipla.

Il ritratto

«Nella mia condizione ho il dovere di raccontare come ogni disavventura della vita possa essere trasformata in grandissima opportunità». Così Andrea Silvestrone si rivolgeva a tutti coloro che aveva vicino. Era un uomo dolce, che amava la vita e, in ogni istante, dispensava sorrisi e incoraggiamenti. Proprio lui, nei cui confronti la vita era stata spesso beffarda. E il destino, questa volta, è stato davvero crudele. Troppo crudele. Tanto da strapparlo via per sempre dai suoi affetti. A soli 49 anni, in una maledetta mattinata di febbraio. Insieme a due dei suoi adorati figli. «Tennista paralimpico, avvocato, pianista, figlio, marito, papà di tre piccole meraviglie, vulcanico, imprevedibile e in guerra contro la sclerosi multipla».

Andrea Silvestrone

Si descriveva così, su Twitter, Andrea. Viveva a Montesilvano, ma era conosciuto praticamente ovunque. Lo sport lo aiutava a superare ogni difficoltà. Il tennis, da sempre, era la sua passione e nell’aprile del 2018 aveva anche raggiunto la posizione numero 29 del ranking ITF, nella categoria riservata ad atleti affetti da disabilità agli arti inferiori e superiori. Silvestrone era anche molto attivo nel sociale e aveva ottenuto la laurea honoris causa in Teoria e Metodologia dell’Allenamento, rilasciato dalla Facoltà di Scienze e Tecniche dello Sport di Isfoa. Nell’incidente è rimasto coinvolto anche l’altro, dei suoi tre figli, il quale si trova in gravi condizioni, ma non in pericolo di vita, all’ospedale Salesi di Ancona. Nel bollettino emesso nella tarda mattinata di oggi, il direttore SOD Anestesia e Rianimazione pediatrica del Salesi, Alessandro Simonini, spiega: «Attualmente il paziente è stato trasportato nel blocco operatorio dove è sottoposto a intervento chirurgico ortopedico. Nella mattinata di domani il paziente sarà sottoposto a intervento chirurgico maxillo-facciale. Le condizioni cliniche risultano critiche e la prognosi è riservata».

La polemica

Intanto, dopo l’incidente di ieri, si è riaccesa la polemica sulla pericolosità di quel tratto di autostrada. Nella stessa galleria, infatti, lo scorso 13 gennaio perse la vita anche Samuele Cotichini, 45enne originario del fermano che da diverso tempo viveva ad Ascoli. Il tratto, infatti, è a doppio senso di marcia, a causa dei lavori che si stanno protraendo ormai da troppo tempo. «L‘A14, nel tratto sud delle Marche, sta distruggendo intere famiglie – tuona Francesco Ameli, segretario provinciale del Pd nel Piceno -. Sono anni che ci sono incidenti mortali in un tratto dove ci sono troppi cantieri e pochi lavori. Ma è mai possibile che nessuna istituzione si indegni dinanzi a tutto ciò? È mai possibile che ancora si continuino a fare riunioni tra sindaci, Regione e concessionario buone solo a qualche comunicato? Ma quando li vedremo fuori dal casello autostradale a protestare per questo schifo? La Regione e lo Stato dove sono? Istituzioni impassibili dinanzi alle tragedie ed ininfluenti sul concessionario».

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