Ascoli Piceno-Fermo

Sesto inverno post-sisma ad Arquata del Tronto: ancora tanti problemi per gli sfollati nelle casette

Disagi rilevanti per chi ha situazioni familiari difficili o chi vede spuntare i funghi all'interno dell'alloggio. Ma il quadro generale non è negativo e la ricostruzione comincia ad avviarsi

Arquata del Tronto
Arquata del Tronto

ARQUATA DEL TRONTO Non è facile vivere nelle “casette” del post-sisma. Soprattutto se c’è alle porte un nuovo inverno, il sesto dal terremoto del 2016 ad oggi. Ed è ancora più complesso per quelli che vivono disagi familiari rilevanti. Come nel caso di Vittorio Camucci, uno sfollato di Arquata che vive in una “Soluzione abitativa di emergenza” di appena 40 metri quadri, con la madre 87enne che soffre di gravissime patologie.

Residente con l’anziana madre malata

«Mia madre ha bisogno di continua assistenza e di spazi più adeguati per poter essere aiutata – denuncia il residente che vive nel villaggio di Spelonga -. Abbiamo chiesto più volte di poter essere trasferiti in un alloggio più grande, ma non ci è stata mai concesso : perché?».

Camucci ha naturalmente presentato domanda per la sistemazione della sua casa lesionata, ma la pratica non si muove. E così è costretto a restare nella sua piccola casetta, nonostante le pesanti problematiche che deve affrontare, lavorando anche lontano dal paese con turni che non gli permettono di accudire la propria anziana madre. Il suo è forse un caso limite ad Arquata, dove la ricostruzione è finalmente partita, anche se al momento solo il 10-15% delle case lesionate – soprattutto sul versante a nord del Tronto – è interessato da cantieri e interventi di riqualificazione.

Pescara del Tronto dopo il sisma del 2016

I funghi spontanei dentro la Sae

Ma Camucci non è il solo che sopporta situazioni di disagio notevoli. Carlo Cappelli ha denunciato pubblicamente con un post su Facebook, con tanto di fotografie, la nascita di funghi spontanei alla base delle pareti della sua Sae. Un episodio paradossale e grave allo stesso tempo, che evidenzia come dopo 6 anni dal terremoto non siano garantite a tutti condizioni di sicurezza, igiene e decoro che dovrebbero essere scontate. Ma tant’è.

Il clima pazzo, l’umidità della zona montana e le temperature che stanno scendendo, forse i materiali con cui le casette sono state realizzate a suo tempo: tutto sembra congiurare contro i cittadini di Arquata che si sono ritrovati senza casa e senza comfort a causa del sisma.

E tuttavia si tratta di situazioni non prevalenti nei tanti villaggi SAE che sono stati costruiti nelle frazioni arquatane. A Borgo 1 per esempio non si segnalano casi di residenti che abbiano attuato rimostranze significative rispetto alle condizioni del proprio alloggio: «I miei genitori sono da tempo ospitati nella casetta assegnata – dice il figlio di residenti nel centro di Arquata ed impegnato in un associazione – e si sono trovati bene. Ora attendono che partano i lavori di ricostruzione della abitazione, con il finanziamento che è stato approvato prima dell’estate. Confidiamo che tutto si risolva senza difficoltà ulteriori».

Sette frazioni perimetrate nel paese

Da notare che nel territorio comunale del paese piceno distrutto dal sisma, ben 7 frazioni su 13 sono state perimetrate. Parliamo di Pescara del Tronto soprattutto, ma anche di Piedilama, Pretare, Tufo ed altre che hanno subito pesantissimi danni dal terremoto del 2016. E che quindi necessiteranno di più tempo, per le loro condizioni e per la morfologia delle aree sui cui sono situate, per tornare a vedere la luce.

Molto dipenderà dalla velocità con cui i Piani attuativi del Comune verranno avviati concretamente e la ricostruzione diventi veramente una realtà.

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