Ascoli Piceno-Fermo

Sei anni dal terremoto, ad Arquata è il giorno del ricordo. I familiari delle vittime: «Non dimenticheremo mai quei terribili secondi»

Il papà della piccola Marisol, morta a diciotto mesi: «Ero sotto le macerie e arrabbiato, perché consapevole di essere impotente»

La frazione di Pescara del Tronto, ad Arquata, rasa al suolo dal terremoto del 2016

ARQUATA DEL TRONTO – È il giorno del ricordo e della preghiera, in memoria di chi non c’è più. Ma anche il giorno della riflessione, per far sì che si acceleri nel processo di ricostruzione in quei luoghi del centro Italia drammaticamente colpiti dal terremoto del 2016. Sono passati sei anni esatti da quella terribile notte del 24 agosto, quando le scosse seminarono morte e distruzione, senza risparmiare il piccolo borgo piceno di Arquata del Tronto. Un paesino apparentemente tranquillo, che continuava a vivere la sua fanciullesca ingenuità. Fino alle 3.36, quando la terra cominciò a tremare per venti lunghissimi secondi. Una scossa di magnitudo 6.0, che stravolse di colpo la vita di tutti gli arquatani, radendo praticamente al suolo Pescara del Tronto. Quella frazione che rappresenta un misero puntino, quasi invisibile, sulla carta geografica. Ma che in quel periodo di agosto si riempiva di gente, con tante famiglie che avevano lì una seconda casa e che ne approfittavano per un breve periodo di vacanza, lontano dallo stress della città.

Le testimonianze

Per tutta la giornata di oggi, il Comune di Arquata ha proclamato il lutto cittadino e alle 18 ci sarà la celebrazione della messa nell’area Sae, a Pescara del Tronto. È prevista, tra gli altri, la partecipazione del commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini e del capo della protezione civile nazionale Fabrizio Curcio.

La scorsa notte, invece, si è rinnovata la cerimonia di commemorazione delle vittime, al parchetto di Pescara, alla quale hanno preso parte i familiari di chi non c’è più. Come Patrizia Marano, ad esempio, che in pochi secondi si è vista strappare via dal terremoto tutta la sua famiglia. La donna, il 24 agosto del 2016, ha perso il marito Alberto, il figlio Tommaso di 14 anni, i genitori, un cognato e anche tanti amici. «Sono passati sei anni dal terremoto e ho cercato sempre, in questo tempo, di avere un motivo per essere ottimista nel ricordo dei miei cari morti e di tutte le altre vittime – spiega Patrizia Marano -. Ricordare tutti i nostri cari significa averli accanto sempre, in una dimensione diversa e cercando i segni che disseminano nella nostra quotidianità».

Presente alla commemorazione anche Massimiliano Piermarini, papà della piccola Marisol, morta sotto le macerie a soli diciotto mesi. «Eravamo a Pescara del Tronto per qualche giorno di vacanza – ricorda il giovane papà -. Sentimmo un forte boato, poi ci siamo ritrovati sotto le macerie. Per estrarci ci sono volute tre ore. Sono stati attimi di grande paura. Ed ero molto arrabbiato, perché consapevole di non aver potuto far niente per mettere in salvo la mia famiglia. E soprattutto per salvare la nostra bambina, che invece non ce l’ha fatta».         

La ricostruzione

Nel frattempo, Arquata prova a ripartire. Per quanto riguarda la ricostruzione del centro storico, il primo passo concreto sarà la demolizione di 24 edifici, definiti sulla base del progetto e degli studi redatti nei mesi scorsi: la consegna dei lavori, alle ditte già individuate dall’ufficio speciale ricostruzione, c’è stata lunedì. I lavori che si svolgeranno in questi giorni prevedono la demolizione e lo smontaggio selettivo degli edifici. Un intervento propedeutico alla ricostruzione vera e propria che, finalmente, potrà decollare.

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