Ascoli Piceno-Fermo

Buona notizia per gli ospedali del Piceno: prorogati di tre mesi i contratti di 116 precari. I sindacati: «Vinta una piccola battaglia»

Nei mesi scorsi si erano svolti parecchi incontri tra la Regione, la stessa Area Vasta 5 e le organizzazioni sindacali del territorio

L'ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno

ASCOLI – Pericolo scampato, almeno per il momento, quello relativo alla diminuzione del personale negli ospedali dell’Area Vasta 5, ovvero il ‘Mazzoni’ di Ascoli e il ‘Madonna del Soccorso’ di San Benedetto. Sono stati prorogati, fino al prossimo 30 giugno, dunque per altri tre mesi, i contratti a tempo determinato che riguardavano addirittura 116 figure professionali.

I numeri

Nella fattispecie, si tratta di 90 operatori sociosanitari, 17 infermieri, 2 autisti di ambulanza, 5 tecnici di radiologia e 2 coadiutori amministrativi. La richiesta di proroga dei contratti era arrivata direttamente dalle associazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, che più volte, nei mesi scorsi, hanno incontrato la stessa Asur, oltre che la Regione, per trovare una soluzione. I rapporti di lavoro di tali professionisti, dunque, sono stati prorogati per altri tre mesi e si tratta comunque di una buona notizia non solo per i lavoratori ma, più in generale, per la sanità picena. Da parte delle stesse figure professionali, ovviamente, la speranza è che presto possa arrivare una stabilizzazione e un contratto a tempo indeterminato.

La stabilizzazione

Il vero problema, affinchè possano essere stabilizzati tali lavoratori, è dovuto alla copertura economica, che al momento risulta essere inadeguata. L’aumento del fondo sanitario per il personale, che ad oggi ammonta a circa quattro milioni di euro per tutte le Marche, è del tutto insufficiente secondo gli stessi sindacati e c’è molta preoccupazione per la sostenibilità del piano ferie. «Staremo a vedere cosa accadrà – spiega Giorgio Cipollini della Cisl -. Intanto, siamo contenti per la proroga di altre tre mesi dei contratti, nella speranza che si possa giungere presto a una stabilizzazione del maggior numero possibile di lavoratori».

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