Ascoli Piceno-Fermo

Riforma sanitaria, vertice ad Ascoli tra i sindaci del Piceno. Ma il Pd non ci sta: «Fumo negli occhi»

I 33 primi cittadini dei comuni della provincia hanno partecipato all'incontro per costruire una nuova sanità. Secondo Ameli, però, i risultati di due anni della gestione Acquaroli sarebbero deludenti

Il vertice tra i sindaci al palazzo dei Capitani di Ascoli

ASCOLI – La nuova legge di riforma sanitaria è stata al centro del vertice che si è svolto ad Ascoli, nella suggestiva cornice rappresentata dal palazzo dei Capitani, e al quale hanno partecipato tutti i 33 sindaci dei comuni della provincia. La giunta regionale, infatti, nei giorni scorsi ha varato una proposta di legge molto coraggiosa sulla base della quale costruire la nuova sanità marchigiana. Una legge che riassegna autonomia organizzativa ai territori e che conferisce ai sindaci poteri e funzioni inediti. Una legge particolarmente propizia per la provincia di Ascoli perché finalmente consentirà di recuperare le risorse che tra Ascoli e San Benedetto vengono impiegate per curare i pazienti non marchigiani, specie abruzzesi, che arrivano nelle locali strutture sanitarie.

Il progetto

A presiedere il vertice è stato l’assessore regionale Guido Castelli. «Su 88 milioni di mobilità attiva del sistema sanitario marchigiano, ben 28 milioni, ovvero circa il 30%, vengono sviluppati nell’Area Vasta 5 del Piceno – spiega Castelli -. Ovviamente, accanto alla riforma, dovremo redigere il nuovo piano sanitario sulla base del quale riallestire l’offerta di salute. Nelle Marche e nel Piceno. Deve essere quella, insieme alla nuova legge, l’occasione per riequilibrare lo storico sottodimensionamento che, in termini di risorse, ha contraddistinto il Piceno. Abbiamo ereditato, specie nell’ambito sanitario, una situazione pesantissima. Soprattutto per quanto riguarda il personale e la pianta organica. Ora dobbiamo risalire la china. Lo faremo – conclude l’assessore regionale -. Non sarà facile ma ci assiste la convinzione di essere dalla parte del giusto». La nuova legge di riforma sanitaria, fra l’altro, ha incontrato anche i pareri favorevoli della maggior parte dei sindaci del Piceno.

La polemica

Ad opporsi, invece, è il Partito Democratico. A tal proposito, ad alzare la voce è il segretario provinciale Francesco Ameli. «La sanità del Piceno vive uno dei momenti più drammatici degli ultimi vent’anni – spiega lo stesso esponente dei dem -. Personale sottodimensionato, reparti accorpati, liste d’attesa infinite e ritardi negli screening sono solo alcuni dei risultati di due anni di governo Acquaroli. La Regione butta fumo negli occhi con la modifica della ‘legge 13’ che nulla è che nuove poltrone. Non è riorganizzando la dirigenza che si cambia l’accesso alle cure per noi cittadini: necessitiamo di un nuovo piano socio sanitario e di risposte chiare sulla medicina territoriale e sulle strutture ospedaliere. Intanto il Mazzoni e l’ospedale ‘Madonna Del Soccorso’ non hanno futuro e quanto fatto dalla direzione di Area Vasta sul primario di chirurgia toglie serenità agli operatori ospedalieri».

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