Ascoli Piceno-Fermo

Promuovere le relazioni sociali giocando con i cani. Un corso al carcere di Ascoli

Il progetto promosso dalle Acli dopo un accordo con il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria. È stato realizzato dall'Asd My Dog con 12 lezioni teoriche e pratiche

Gli istruttori di My Dog

ASCOLI – Anche i detenuti hanno i loro diritti. Compreso quello di tentare di costruirsi un futuro diverso, magari grazie all’aiuto degli animali e delle loro particolari sensibilità. Al supercarcere di Marino, ad Ascoli nel corso del 2020 è stato realizzato un progetto che ha sviluppato questa possibilità, grazie al lavoro degli educatori professionali dell’associazione My Dog, che è anche scuola di educazione cinofila con sede a Colli del Tronto.

Dodici incontri complessivi, dall’estate scorsa fino al mese di dicembre che hanno coinvolto dieci detenuti nell’istituto penitenziario, prevalentemente giovani. Obiettivo quello di favorire un approccio al cane per far apprendere ai partecipanti modalità con le comunicare ed interagire con gli animali passando per il gioco ed il rinforzo
positivo.

«Abbiamo svolto sia lezioni teoriche che pratiche, nel campo sportivo del carcere – dice Stefano Moscatelli, presidente dell’Asd My Dog – con risultati molto soddisfacenti. I ragazzi hanno seguito il corso tenuto da me e dalle istruttrici Vera Stucchi e Ilary Viviani con interesse e attenzione ed alla fine hanno ricevuto un attestato di partecipazione. Mi auguro che questa esperienza – aggiunge Moscatelli – sarà loro utile per il futuro del percorso di vita sociale che vorranno intraprendere.»

Il progetto attuato nel supercarcere di Ascoli è stato promosso a seguito di un accordo nazionale tra il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e le ACLI. Nel Piceno è stato coordinato dall’Us Acli provinciale, nell’ambito di un programma più ampio denominato «Comunità in movimento» che da alcuni anni si sviluppa nell’istituto penitenziario locale. Esso è stato realizzato grazie ad un contributo concesso dalla Chiesa Valdese con i fondi dell’8 per mille,
dalla Fondazione Nazionale delle Comunicazioni e dall’Ambito Sociale territoriale XXII di Ascoli.

«Con questa iniziativa – dicono i dirigenti dell’U.S. Acli – abbiamo voluto promuovere la pratica sportiva all’interno del carcere, nella consapevolezza del significativo ruolo svolto dallo sport per la promozione del benessere psicofisico delle persone detenute, per l’educazione
a corretti stili di vita. E ciò favorendo al tempo stesso forme di aggregazione sociale e modelli relazionali di sostegno al percorso di reinserimento futuro nella società e nel mondo del lavoro.»

Tra le attività in corso presso l’istituto ascolano, anche quella di calciobalilla.

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