Ascoli Piceno-Fermo

Procaccini confermato presidente di Piceno Consind: ma la destra non partecipa al voto

Il sindaco di Ascoli e i partiti del centrodestra auspicano una trasformazione del Consorzio per lo sviluppo industriale delle Valli del Tronto, dell'Aso e del Tesino in agenzia di sviluppo industriale. La Casini del Pd chiede un confronto con tutti gli enti

ASCOLI – La destra non vota e Domenico Procaccini, espressione del centrosinistra, viene riconfermato presidente di Piceno Consind. Resterà in carica del Consorzio per le industrializzazioni delle valli del Tronto, Aso e Tesino, ente di secondo grado con rappresentanti dei Comuni del territorio pieno, per altri 5 anni, fino al 2026. Procaccini ha ottenuto ieri sera, 22 giugno, 24 voti a favore su 32 consiglieri presenti all’assemblea (7 schede bianche). Riconfermato in blocco anche il consiglio direttivo del Consind, così come voluto dalla lista di centrosinistra.

Fioravanti vuole che la Regione Marche trasformi l’ente in agenzia per lo sviluppo

Tutto questo è avvenuto, nonostante forti critiche degli ultimi anni sulla gestione dell’ente – la cui utilità e necessità molte imprese ed industrie del Piceno non comprendono – grazie al passo indietro degli esponenti di centrodestra. Lo stesso sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, ha motivato la scelta con la possibilità futura che la Regione Marche, nel prossimo futuro trasformi Piceno Consind in un’agenzia industriale, e in questa senso si è espresso di recente l’ex sindaco del capoluogo, ed ora assessore regionale al bilancio Guido Castelli, parlando di un cambiamento necessario per l’organismo.

Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, prima del voto sul rinnovo delle cariche del Consorzio, avevano attaccato la gestione Procaccini: «Non si può continuare a far finta che tutto vada bene, e non vedere i costi sempre più alti per le aziende insediate in cambio di servizi quasi nulli».

La zona industriale di Ascoli

Per Anna Casini il Pd ha salvato il consorzio dal fallimento

A loro ha risposto in maniera puntuale la consigliera regionale del Pd, Anna Casini: «Nel 2014, dopo due fallimentari gestioni commissariali (Rossi prima e Celani poi), l’ente venne lasciato con circa 40 milioni di euro di debiti, che in caso di fallimento si sarebbero scaricati sui comuni e quindi sui cittadini del Piceno. Solo il PD – sostiene la Casini – contro la volontà di tutti perché nessuno (a titolo gratuito) voleva assumere l’onere del governo del Consind, si assunse la responsabilità di risanare l’ente».

Poi aggiunge la consigliera ed ex assessore regionale: «In questi anni, purtroppo, il Cda si è dovuto concentrare solo sul risanamento, per scongiurare il dissesto finanziario. Oggi che l’operazione è riuscita e la governance è stata ampiamente riconfermata, si può e si deve pensare allo sviluppo e alla trasformazione del Consorzio come agenzia di sviluppo, cosa che noi avremmo già voluto fare, a partire dall’utilizzo delle risorse dell’area di crisi complessa. Un’operazione che fu ostacolata in maniera tanto tenace quanto incomprensibile dall’allora sindaco Castelli. Mi fa piacere – conclude la Casini – quindi constatare che il centrodestra, pur non partecipando al voto per la rielezione del Cda, abbia però approvato e condiviso la relazione programmatica del Presidente Procaccini che contiene esattamente l’indirizzo per la costruzione dell’agenzia di sviluppo».

Aprire un confronto per il futuro della città e del comprensorio

A questo punto della situazione, la consigliera Pd chiede al «Sindaco della città capoluogo di provincia di farsi interprete di un incontro tra i vari soggetti istituzionali, pur nel rispetto dei ruoli, sul tema dello sviluppo futuro di Ascoli e del suo comprensorio».

Vedremo se questo confronto ci sarà. Di certo, mutati di molto i tempi e le condizioni generali dell’economia e della società rispetto a quando fu costituito, il Consorzio o quello che sarà nei prossimi anni, dovrà cambiare indirizzo per favorire un difficile anche se non impossibile rilancio delle attività produttive in una provincia già in piena recessione.

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