Ascoli Piceno-Fermo

Polemiche roventi sul Biodigestore in Valdaso, Castelli: «La decisione è della Provincia di Ascoli»

Sul progetto dell'impianto di trattamento dei rifiuti liquidi di Force, botta e risposta tra l'assessore regionale Guido Castelli e il presidente della provincia di Ascoli Sergio Fabiani

L'assessore regionale Guido Castelli (a sin.) e il presidente della provincia di Ascoli Sergio Fabiani

Ascoli- Polemica politica sempre più infuocata sulla vicenda del Biodigestore di Force (Ap). L’impianto di trattamento dei rifiuti liquidi che un’azienda milanese ha progettato di realizzare nel territorio della Valdaso – area di rinomate produzioni di frutta e ortaggi – ha scatenato forti reazioni da parte di comitati di cittadini, sindaci del comprensorio (sia del versante Fermano che di quello Ascolano), imprenditori agricoli e forze sociali.

E questo solo dopo però che si è saputo pubblicamente che il progetto aveva avuto il parere favorevole della Regione Marche, a metà gennaio. Ma è proprio l’assessore regionale Guido Castelli, ex sindaco del capoluogo piceno ed esponente di Fratelli d’Italia che tiene a precisare che la responsabilità dell’autorizzazione finale è della Provincia di Ascoli, ora guidata da Sergio Fabiani (Pd).

«Sul biodigestore ho la netta sensazione che sia il Sindaco di Force Augusto Curti che il Presidente della Provincia Sergio Fabiani stiano cercando, in maniera strumentale, di coinvolgere la Regione, lasciando intendere che l’esito del procedimento dipenda dalle scelte di Palazzo Raffaello. Così non è, almeno dal punto di vista tecnico-amministrativo».

Castelli aggiunge poi, premettendo che «sotto il profilo strettamente politico, la maggioranza di centrodestra ha predisposto una mozione contraria alla localizzazione dell’impianto nella Valdaso, la legge è chiara nello stabilire che l’Ente che governa l’intera questione è la provincia di Ascoli Piceno».

L’assessore cita «l’art. 3 della legge regionale n. 11 del 2019, che disciplina la valutazione di impatto ambientale, affida alle province la competenza per quei progetti che, dal punto di vista territoriale, ricadono interamente all’interno del perimetro di una provincia» e ricorda in secondo luogo che « il parere reso dalla Regione ai sensi del Dlgs 387/2003 riguarda solo un aspetto marginale e deriva unicamente dal fatto che l’impianto – ove autorizzato – sarebbe alimentato da fonte rinnovabile.  Infine è la provincia di Ascoli – prosegue l’assessore – che constatato il mancato coinvolgimento nella procedura di VIA di alcuni comuni che potenzialmente potrebbero subire le ricadute del progetto, può sospendere o revocare la procedura».

Dunque la Provincia di Ascoli, per Castelli «farebbe cosa corretta se soprassedesse al rilascio dell’autorizzazione».

Dal canto suo il Presidente dell’ente provinciale Sergio Fabiani, premettendo di valutare bene «le preoccupazioni di cittadini e istituzioni» sull’impianto, risponde affermando che «in questi giorni sono in corso, tutti gli approfondimenti necessari ad esaminare il percorso fin qui effettuato. »

Poi però aggiunge : «Mi sorgono, tuttavia, due riflessioni da fare .In primo luogo se fosse stato necessario coinvolgere tecnicamente anche comuni del fermano : in questo caso allora è del tutto evidente che il procedimento non sarebbe stato in capo a questo ente, ma sarebbe stato di competenza regionale. Inoltre, leggendo il Decreto regionale che esprime parere favorevole al progetto, ho notato che tra le prescrizioni della Regione è stabilito che, prima dell’emanazione dell’autorizzazione finale, dovrà essere acquisito il contratto di compravendita delle aree oggetto dell’intervento. Questa condizione ad oggi non mi risulterebbe essersi verificata.»

Insomma marcia indietro generale sul progetto, o semplice rimpallo politico delle responsabilità ? Di certo se la notizia del parere favorevole regionale non fosse uscita a metà gennaio, il programma di realizzazione non avrebbe avuto molti ostacoli.

E’ infine da ricordare che il Biodigestore, che dovrebbe raccogliere rifiuti liquidi e trattarli vicino ad un territorio dove operano 1200 piccole imprese ed operatori agricoli nella produzione di frutta e ortaggi, dovrebbe sorgere a San Salvatore di Force, in un comune del versante ascolano che è amministratore da un esponente del Partito Democratico – ed ex candidato alla Regionali – Augusto Curti. Il quale nei giorni scorsi ha tenuto a sottolineare che «il progetto è di un privato e non del Comune di Force», e che comunque egli si sarebbe rimesso alla volontà della maggioranza del comprensorio della Valdaso.

Considerando che, ma solo a questo punto della situazione anche i consiglieri regionali di minoranza del Pd, Casini e Cesetti hanno presentato una mozione per chiedere alla Giunta Acquaroli di rivedere il via libera al progetto, per i proponenti dell’impianto la strada sembra davvero in salita.

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