Ascoli Piceno-Fermo

Piceno in lutto: addio al grande tifoso bianconero Gianni Morganti

Era fondatore dell'associazione "Solo per l'Ascoli" e lavorava a San Benedetto, all'Agenzia delle Entrate. Lascia la moglie e un figlio

Gianni Morganti

ASCOLI – Piceno in lutto per la prematura scomparsa di Gianni Morganti. Aveva 52 anni ed era molto conosciuto in città essendo uno dei più grandi tifosi dell’Ascoli. Da un paio d’anni, purtroppo, stava combattendo contro una brutta e incurabile malattia, che non gli ha lasciato scampo. Papà di un bambino di dieci anni, Morganti lavorava a San Benedetto, all’Agenzia delle Entrate, mentre in passato era stato dipendente della Banca Intesa. I funerali di Gianni Morganti saranno celebrati questo pomeriggio 14 ottobre alle ore 15 nella chiesa dei frati del Cuore Immacolato di Maria a Porta Maggiore.

Il ricordo

Il suo legame con il Picchio era fortissimo, tanto che aveva fondato l’associazione ‘Solo per l’Ascoli’, seguendo le partite della squadra bianconera sia in casa che in trasferta. Toccante il ricordo fatto da Maurizio Castelli, tra i soci fondatori della stessa associazione, ex presidente della medesima realtà e suo grande amico da sempre. «Sempre educato e gentile, con savoir faire anche all’interno del gruppo dirigente, dove non mancavano le visioni diverse con forti discussioni, specie da parte mia – rivela Castelli -. Ma lui sapeva appianare, intelligentemente, senza far fare passi indietro decisivi a quello che ci pareva la cosa migliore. Quando me ne andai, all’indomani della nascita della nuova società Ascoli con Bellini e soci ascolani al comando e dopo aver rilevato il titolo in tribunale, e diedi le dimissioni, non c’era figura migliore di lui per sostituirmi. Il lavoro da fare era diverso. Ha sempre dimostrato signorilità e nobiltà d’animo, nonchè  attaccamento viscerale fino all’anima all’Ascoli. Tutti perdiamo molto, adesso che non c’è più. Sapevo da tempo, era l’inizio del suo calvario, del suo stato di salute e del suo percorso. Per rispetto non l’ho mai chiamato, perchè lui avrebbe incoraggiato me invece del contrario, ma anche per pudore e per sincero dolore. Chiedevo ad un amico comune, che nulla c’entrava con la vecchia avventura nell’associazione. A pizzichi e bocconi le notizie sulla sua salute erano altalenanti, come spesso accade. Non nego di aver fatto sinceramente il tifo per lui, arrivando anche a qualcosa di più – conclude Castelli -. E’ stato un amico vero, una persona che lascia un vuoto più grande di quando era in vita. Fai buon viaggio, immenso Gianni, grazie di tutto».

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