Ascoli Piceno-Fermo

Piceno in crisi, la Regione stanzia 1,5 milioni per sostegno a disoccupati che creano nuove imprese

Nell'attesa che a Roma venga prorogato l'Accordo di programma per l'Area di crisi industriale complessa, la giunta Acquaroli si muove per favorire nuova occupazione

La zona industriale di Ascoli

ASCOLI PICENO- Il Ministero non si muove, e la Regione Marche cerca di intervenire per i disoccupati del Piceno. E lo fa non tanto con forme di sussidio ma con risorse per la creazione di nuove imprese sul territorio. L’ambito è quello dell’Area di crisi industriale complessa, comprendente la Valtronto insieme a Val Vibrata, nel confinante teramano, in Abruzzo. Mentre si aspetta ancora la proroga dell’Accordo di programma per i prossimi tre anni, la Giunta Acquaroli ha pensato di avviare di anticipare le risorse per le «politiche attive del lavoro» che riguardano i comuni del comprensorio. In totale sono stati messi sul piatto 1,5 milioni di euro, da utilizzare per il sostegno all’avvio di nuove aziende, da parte di persone che hanno perso l’occupazione nella provincia.

Guido Castelli

«Le delibere appena approvate – spiega l’assessore al bilancio Guido Castelli – dimostrano il costante impegno della Regione per il rilancio del tessuto produttivo di questi territori e per il reinserimento nel mercato del lavoro dei disoccupati residenti in queste aree. Il sostegno alla creazione di impresa è una misura con una forte appetibilità ma in quest’ultimo scorcio della programmazione 2014/2020, lo strumento era inattivo solo nei 40 Comuni dell’area di crisi del Piceno, in quanto inserito in un Accordo di programma con il Governo di cui si aspetta ancora la firma della proroga fino al 2023. Per ovviare a questa mancanza – aggiunge Castelli – e assecondare le richieste del territorio, abbiamo deciso quindi di svincolare dall’Accordo il plafond di 1,5 milioni di euro a valere su risorse FSE dedicate a questo intervento e farlo partire subito, mantenendone la destinazione territoriale».

Ogni progetto di impresa presentato da un disoccupato, potrà beneficiare di un contributo forfettario, fino ad un massimo di 35 mila euro, suddiviso in due tranche: la prima, pari a 15.000 mila euro, al momento della costituzione dell’attività. La seconda, eventuale, fino ad un massimo di 20.000 mila euro, nel caso in cui la nuova azione neonata, al termine dei dodici mesi del progetto, proceda con assunzioni a tempo indeterminato o determinato, con contratto annuale o biennale, nei casi previsti dalla normativa.

Dunque un’iniziativa utile, oltre che meritoria, che dovrebbe aiutare a migliorare la condizione economica di una provincia che vive da anni un processo di delocalizzazione industriale che ha prodotto non meno di 20mila senza lavoro. Addetti espulsi dalle fabbriche ma anche da numerose attività dei servizi e del commercio che gravitavano intorno alle realtà manifatturiere chiuse o fortemente ridimensionate.

Anche per questo poi, è arrivata per il territorio piceno la dichiarazione di «Area in crisi industriale complessa», che ha portato alcuni benefici ma non sufficienti a colmare il gap che negli ultimi anni si è creato. Meno di 300 posti di lavoro creati in tutta la vallata del Tronto, che non hanno certo cambiare il verso al trend generale che si registra da molto tempo a questa parte.

Ora si attende la proroga dell’Accordo di programma per 3 anni, che dovrebbe favorire un nuovo stanziamento di risorse a favore del sistema produttivo locale. Ma con tempi di erogazione che sono tutti da stabilire. Da qui anche l’intervento della Regione Marche, sul fronte del sostegno alle nuove aziende che si riusciranno ad avviare.

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