Ascoli Piceno-Fermo

Il Piceno contro la violenza sulle donne: centri di ascolto e casa rifugio con On The Road

La cooperativa porta avanti numerose iniziative a sostegno di chi è vittima di soprusi: «Lo dobbiamo anche a Giulia Cecchettin»

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ASCOLI – La notizia della morte di Giulia Cecchettin ha suscitato sdegno e scalpore anche nel Piceno. Tante le manifestazioni che, in settimana, si sono svolte tra Ascoli e San Benedetto, ma anche lungo la vallata, per sensibilizzare la popolazione su quanto sia importante eliminare, a ogni livello e in ogni ambito, la violenza nei confronti delle donne. Difficile, francamente, trovare donne che abbiano voglia di raccontare i soprusi subiti perché, nella maggior parte dei casi, c’è purtroppo un senso di vergogna provato da chi, quotidianamente, ha dovuto affrontare qualsiasi forma di violenza.

Il progetto

Nella provincia ascolana, ad aiutare chi ha avuto il coraggio di fuggire da partner violenti o di denunciare c’è la cooperativa ‘On the road’. Questa realtà, dal 1994, ha come obiettivo principale proprio la tutela e la promozione dei diritti umani e civili di donne, uomini, persone transgender, bambine e bambini. Tra le varie attività svolte dalla cooperativa c’è appunto quella di affiancare le donne vittime di violenza, ma anche di togliere dalla strada le prostitute e aiutare ogni donna a ritrovare la propria dignità. ‘On the road’ dispone di centri antiviolenza che fungono da spazi di ascolto, condivisione e sostegno per chi subisce violenza di genere. Qui possono trovare colloqui d’accoglienza diretta e consulenza telefonica, consulenze legali, counseling psicologico, affiancamento e accompagnamento ai servizi sociosanitari.

La casa rifugio, invece, è stata concepita per offrire alle donne un luogo sicuro in cui sottrarsi alla violenza dei partner o dei propri ex, nonché tutelarle al meglio da situazioni di pericolo. È un luogo in cui intraprendere un percorso di allontanamento emotivo e materiale dalla relazione violenta e ricostruire con serenità la propria autonomia. La casa garantisce sicurezza e ospitalità alle donne vittime di violenza, alle loro figlie e ai loro figli. Infine, la cooperativa è sempre impegnata a svolgere progetti educativi e di animazione comunitaria, considerando la prevenzione l’elemento chiave per contrastare in modo efficace la violenza di genere.

L’obiettivo

«Effettivamente è così – confermano le responsabili della cooperativa -. Da molti anni le operatrici dei nostri centri antiviolenza e la nostra casa rifugio accolgono le donne e le loro storie, camminando con loro lungo un percorso difficile da intraprendere, ma fondamentale per uscire dalla violenza. Ma il lavoro di sensibilizzazione, tutela e protezione della donna non basta: i femminicidi in Italia nel 2023 continuano ad essere numerosi, raggiungendo un numero che dovrebbe far interrogare tutti su cosa sta succedendo: 105. Bisogna iniziare a comprendere all’interno dello stesso sguardo di sensibilizzazione, tutela e protezione, oltre che per la comprensione e la lotta al fenomeno della violenza maschile contro le donne un altro soggetto: l’uomo. Il figlio, volente o nolente, del patriarcato. Perché non dobbiamo proteggere le nostre figlie, ma educare i nostri figli – prosegue ‘On The Road’ -. Non ce la siamo cercata, sono gli uomini che ci denigrano, violano, ingabbiano, stuprano, uccidono, forti di una cultura che li vuole dominanti e potenti del proprio genere, incapaci ancora di gestire un dissenso, un’emozione, la libera scelta. Perché la decostruzione degli stereotipi di cui siamo tutte vittime e la ricostruzione di sé non deve essere un lavoro ad appannaggio prettamente femminile, deve essere un percorso che tutte dovrebbero intraprendere per costruire, insieme, degli spazi sicuri e una società più giusta – conclude ‘On The Road’ -. Lo dobbiamo a Giulia. Lo dobbiamo a tutte. Lo dobbiamo a noi».

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