Ascoli Piceno-Fermo

Niente ospedale unico e liste di attesa lunghe, dal Pd piovono critiche verso la sanità Picena

Ad alzare la voce è il segretario provinciale dem Francesco Ameli, che se la prende con la giunta regionale guidata da Acquaroli

ASCOLI – La realizzazione del nuovo ospedale di Fermo procede speditamente. E, presto, anche la vicina Teramo avrà una nuova struttura dotata di ogni confort e di servizi aggiuntivi. Ad Ascoli, invece, resta tutto com’è. Ed è questo che sta mandando letteralmente su tutte le furie la minoranza consiliare, che nelle ultime ore è tornata ad attaccare sia l’amministrazione comunale che la Regione Marche.

Le criticità

«Nel Piceno regna l’indeterminatezza sul nuovo piano sociosanitario, sulla sanità territoriale e sul futuro degli ospedali, mentre il personale continua a svolgere turni massacranti senza garanzia alcuna sul loro futuro e le liste di attesa sono più lunghe dell’era Ceriscioli – spiega Francesco Ameli, segretario provinciale del Partito Democratico e consigliere comunale ascolano -. La Regione Marche guidata dalla destra vuole che nel Piceno non ci sia un ospedale di eccellenza ma piuttosto si continui con due mezzi nosocomi. Così facendo saremo fagocitati da due strutture innovative che attiveranno personale medico di qualità e quindi dal piceno si emigrerà nel teramano e nel fermano. Spero che il Piceno, a partire dai sindaci di Ascoli e San Benedetto, possa uscire dalla visione localistica della sanità pensando che quest’ultima sia solo per i residenti di un comune o di un altro, e si impegnino per dare a tutto il territorio e tutti i cittadini risposte adeguate in termini di offerta sanitaria. Andando dietro a campanilismi di bassa lega, tutto il territorio sarà sconfitto ancora per molti decenni, come già accaduto per la terza corsia. Sinceramente spero che possa esserci una generazione politica in grado di guardare oltre l’orticello elettorale ed i confini comunali, in una comune visione di Piceno. Intanto le parole dell’assessore regionale Filippo Saltamartini sono chiare, ovvero che ‘il punto nascita sarà quello dove i livelli produttivi, sono più performanti’ – prosegue Ameli -. Ciò vuol dire che le specialistiche saranno razionalizzate sul territorio a seconda delle performance che vanno a confermare la volontà di destinare alla nostra terra due mezzi ospedali, che avranno ulteriori problematiche derivanti dalla legge di riorganizzazione sanitaria che porterà tra un mese le province ad una ulteriore competizione tra loro. Di questo passo perderemo tutti. Perderà chi continua a guardare al passato e non al futuro, perderà chi ha a cuore la tutela della salute dei cittadini».

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