Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli, i Nas sequestrano le carte sui vaccini somministrati dall’Area Vasta 5

Tutto è partito dopo la segnalazione dell'Ordine dei Medici circa la presunta somministrazione a persone non comprese tra le categorie prioritarie. Il direttore generale Av5 Cesare Milani : «Polemica strumentale e vergognosa»

Il Pronto Soccorso dell'ospedale di Ascoli

ASCOLI PICENO – Dopo le segnalazioni dell’Ordine dei Medici di Ascoli sui vaccini a categorie non prioritarie, arrivano i Nas. Il Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri ha sequestrato i documenti riguardanti le somministrazioni effettuate dall’Area Vasta 5 dell’Asur nei giorni 2 e 3 gennaio scorsi. L’obbiettivo è quello di far luce sulla vicenda e capire se la denuncia dei medici ed odontoiatri del Piceno abbia qualche fondamento, cioè se siano state compiute delle irregolarità  o delle violazioni nelle procedure effettuate.

L’Ordine aveva inviato una lettera alla direzione dell’Av5 per ottenere chiarimenti sulla situazione, dopo aver ricevuto “ripetute segnalazioni” circa la somministrazione a soggetti non tra quelli operanti in ambito sanitario. A cominciare da impiegati e personale amministrativo degli ospedali del Piceno.

«Noi abbiamo chiesto solo trasparenza sugli atti che sono stati svolti – ribadisce Fiorella De Angelis, presidente dell’Ordine provinciale – e non altro. Io ho piena fiducia nei miei colleghi che hanno certamente agito in buona fede, ma è da comprendere se siano state rispettate le linee guida nazionali in materia di vaccini».

E questo, sempre secondo i medici, anche in presenza di ritardi nelle somministrazioni ai propri iscritti, a cominciare da molti liberi professionisti che sono per lavoro sempre a contatto con potenziali pazienti covid o persone a rischio contagio.

Dichiara una di loro, che ha uno studio nella città di Ascoli: «Cosa c’entravano gli impiegati in questa programma di vaccinazione urgente che doveva riguardare, nelle prime settimane solo medici, infermieri e operatori sociosanitari? È sufficiente lavorare in ambiente ospedaliero per avere diritto al prodotto anticovid? E siamo certi che non siano state vaccinate anche delle persone estranee al comparto della sanità?».

Voci, dubbi e indiscrezioni ovviamente tutte da accertare. Ma alle quali comunque replica duramente il direttore dell’Av5, Cesare Milani: «Si tratta di una polemica strumentale e vergognosa – afferma all’Ansa -. Fino ad ora abbiamo svolto 3.790 vaccinazioni e 2.700 seconde dosi. Certamente ci sono anche amministrativi tra loro – aggiunge – visto che lavorano in ospedali ed Rsa e sono nostri dipendenti. Voglio ricordare che i primi 6 dipendenti risultati positivi al Covid a marzo 2020 sono stati impiegati in servizio al Cup».

Lo stesso direttore generale ammette di aver fatto vaccinare «anche dipendenti di ditte esterne che prestano servizio nelle strutture sanitarie, per esempio per le pulizie dei locali: Non dovevamo farlo?».

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