Ascoli Piceno-Fermo

Montedinove, un gioiello dell’entroterra che resta l’unico paese covid free del Piceno

Il paese ha evitato contagi grazie al rispetto delle regole e ai servizi rapidi di informazione web per i cittadini. Parla il sindaco Del Duca

Montedinove, belvedere

ASCOLI – La provincia di Ascoli per adesso è l’unica delle Marche a non essere passata in zona rossa per la diffusione del coronavirus. I dati sui residenti positivi sono inferiori a quelli degli altri territori, anche se l’attenzione sull’evoluzione della situazione resta alta, da parte di istituzioni e autorità sanitarie.

A tenere alta la bandiera picena ha contribuito anche un piccolo ma incantevole borgo dell’entroterra, situato 30 km a nord di Ascoli e alla stessa di distanza – ad ovest, da Fermo. Si tratta di Montedinove, 560 metri di altitudine e poco più di 500 anime, sparse tra lo splendido e panoramico centro storico e le frazioni del suo comprensorio comunale.

Il paese è l’unico rimasto, in quest’ultimo inverno «covid free» nella provincia picena. Un risultato più unico che raro, e che dimostra come le stupende aree collinari e montane non solo dell’Ascolano ma di tutte le Marche, possono offrire non solo bellezza paesaggistica e alta qualità della vita ma anche sicurezza sanitaria. Una sicurezza che in questo periodo difficile e incerto è un elemento di grande importanza per tutti, giovani, famiglie, anziani.

Ma come ha fatto Montedinove, diventato famoso negli ultimi anni anche per aver rilanciato la produzione e valorizzazione della mela rosa dei Monti Sibillini?

Il sindaco di Montedinove Antonio Del Duca

«Certo un po’ siamo stati fortunati – risponde con modestia il sindaco Antonio Del Duca – ma abbiamo anche rispettato forse meglio di altri le regole stabilite per evitare i contagi, facendo prevenzione e dando servizi di informazione rapida ai cittadini tramite il web. Con ciò evitando spostamenti inutili e problematiche che potevano mettere a rischio l’incolumità delle famiglie e degli anziani che vivono in zona, che sono un quarto della popolazione totale».

Insomma un paese modello – che è parte del circuito dei «Borghi più belli d’Italia» – non solo dal punta di vista sanitario e organizzativo ma anche della progettazione di un futuro per la comunità basato veramente sul rilancio dell’offerta turistica e della valorizzazione dei gioielli agroalimentari locali. E questo grazie agli investimenti nella ristrutturazione di tutto il borgo storico, con palazzi, chiese, belvedere, che lo hanno reso un attrazione anche per molti stranieri facoltosi, inglesi e olandesi soprattutto.

Il tutto ottenuto con i ricavi degli impianto fotovoltaici pubblici che il sindaco Del Duca, caparbiamente e nonostante gli ostacoli burocratici ha voluto realizzare sul suo territorio, evitando lo spopolamento e garantendo non solo il potenziamento della macchina comunale ma anche lo sviluppo di progetti di promozione e riqualificazione – musei e strutture sportive comprese – che sono rari in un territorio al margine del grandi flussi di circolazione viaria.

«Nei mesi scorsi – ricorda il primo cittadino di Montedinove – ma anche in settimane recenti, era già ripresa la visita del paese e del suo entroterra da parte di comitive di ciclisti, sportivi ma anche semplici turisti provenienti dalle province vicine in cerca di bellezza, pace e sicurezza. Ci auguriamo che a breve si esca da questa emergenza in modo da tornare a sviluppare tutte le nostre potenzialità».

Da notare che Montedinove, è anche il borgo dove nacque nel 1899 Cino Del Duca. Emigrato in Francia negli anni Trenta perchè perseguitato dal fascismo, divenne nel Dopoguerra prima uno dei più importanti editori in terra francese e poi anche in Italia, facendo base a Milano per la stampa delle sue riviste popolari e di costume. Ma nel Piceno Cino Del Duca è soprattutto l’uomo che negli anni Cinquanta del Novecento salvò l’Ascoli calcio dal fallimento e rilanciò squadra e impianti sportivi – lo stadio porta ancora il suo nome insieme a quello del fratello Lillo – fino all’avvento di Costantino Rozzi agli inizio degli anni Settanta.

Insomma Montedinove, che conserva anche grandi testimonianze storico-architettoniche del passaggio dei Templari e dei Monaci Farfensi in epoca medievale, oltre che reliquie di San Tommaso Becket nell’omonimo Santuaro, non è un paese qualsiasi.

E vale certamente più di una visita non solo per amanti del paesaggio, degli sport all’area aperta o per le famiglie in cerca di spazi e tranquillità. Ma anche per studiosi, cultori d’arte e per tutti quelli che apprezzano la buona cucina, sana e tradizionale. A base di mela rosa, naturalmente..

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